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Visualizzazione dei post con l'etichetta danza

La danzatrice e lo scrittore

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Il Novecento annovera almeno tre famose storie d’amore tra una danzatrice e uno scrittore: quella tra Isadora Duncan e Sergej Esenin; quella tra Maria Cumani e Salvatore Quasimodo (leggi Fuori non ci sono che ombre, e cadono ) e quella tra Lucette Destouches e Luis-Ferdinand Céline . Di quest’ultima, la casa editrice Lantana ha pubblicato in Italia le memorie raccolte da Véronique Robert ed edite con il titolo Céline segreto . In qualche modo, è la stessa Lucette a dare una possibile spiegazione al perché due personalità artistiche all’apparenza così distanti come potrebbero essere uno scrittore e una danzatrice possano riconoscersi e amarsi: pur non razionalizzando e pur non usando i termini che si usano qui, la danzatrice, infatti, ricorda il continuo lavorio di Céline sulla parola, così simile al continuo lavorio della danzatrice sul proprio corpo; ricorda come per lo scrittore l’emozione fosse tutto e come lo è per una danzatrice che, attraver...

Una Serata senza pathos

Ieri sera, al Teatro Donizetti di Bergamo, è andata in scena la prima nazionale del balletto Soirée Ravel... Boléro su musiche di Maurice Ravel , la coreografia di Adriana Mortelliti e l’interpretazione dei danzatori del Balletto di Milano. Lo spettacolo, forse perché ancora in fase di rodaggio, è parso piuttosto privo di quel pathos necessario a coinvolgere appieno lo spettatore.  Le coreografie erano alquanto “insipide” ed è sembrato che non sapessero (o volessero) sviluppare alcuni spunti visivi interessanti, come, ne La Valse del secondo tempo, l’uso delle sedie che sarebbe potuto diventare motivo di movimenti originali da parte dei danzatori, ma sono rimaste... sedie. Neppure l’esecuzione del Bolero ha dato una sterzata emotiva alla serata... Per quanto riguarda l’esecuzione dei giovanissimi danzatori essa è apparsa, in alcuni casi, un po’ acerba, anche se il carattere prevalentemente corale delle coreografie ha impedito agli interpreti di p...

Cenerentola tra sogno e realtà

Ieri sera al Teatro Donizetti di Bergamo è andata in scena la Cenerentola che il coreografo e regista Giorgio Madia ha tratta dalla favola di Charles Parrault .  Le musiche erano di Gioacchino Rossini e, oltre a quelle tratte dall’omonima opera del compositore, si sono sentiti brani estrapolati dalle sue più celebri opere: ossia dal Guglielmo Tell , dalla Gazza ladra , dal Barbiere di Siviglia , dall’ Otello , dall’ Italiana in Algeri e da altre.  La revisione musicale era del Maestro Giuseppe Acquaviva che ha saputo creare un discorso musicale assai compatto e convincente. Lo spettacolo ha unito in un tutt’uno la danza e il teatro: i protagonisti si muovevano su passi di danza moderna, ma non tralasciavano la recitazione (affidata alla mimica e alla gestualità).  In altre parole, la Cenerentola , oltre e, forse più, che danzata è stata rappresentata. All’aprirsi del sipario il pubblico ha assistito a uno spettacolo di ombre con il quale si è raccon...

Sieni è lo spettacolo

Buio e Luce; Silenzio e Musica; Corpo e Spazio possono sembrare, e a volte sono, antitetici, ma su tali antitesi il coreografo e danzatore Virgilio Sieni costruisce Solo Goldberg Improvisation presentato ieri al pubblico bergamasco riunitosi al Teatro Sociale. Il palcoscenico è immerso nel buio e sono rischiarate dalla luce solo la zona in cui è posizionato il pianoforte di Riccardo Cecchetti e quella in cui agisce il danzatore. Sarebbe meglio dire, però, che Sieni con la luce ci gioca: ne fa una partner del suo danzare, del suo improvvisare. La usa per illuminare appieno i suoi gesti esatti o solo parte del suo corpo. Il silenzio è alla base dell’agire di Sieni, un danzatore che, quando si muove, sembra non fare rumore, quasi non toccasse il palcoscenico. Unico suono nettamente percepibile dallo spettatore è quello prodotto dal suo respiro, a volte affannoso. Nel silenzio Sieni inizia la sua coreografia che si sviluppa, poi, nella musica. Il corpo di Sieni è al centro dell’at...

Natura sonoris

Ieri sera, sul palco del Teatro Sociale di Bergamo è stato presentato lo spettacolo Natura sonoris di e con Laura Colombo e Luca Ruzza . Si tratta di un quadro teatrale che unisce danza e nuove tecnologie su musiche di Claudio Monteverdi, Kronos Quartet e Krzysztof Penderechi. La danza, il movimento, genera le forme: il corpo della danzatrice viene replicato per mezzo di artifici tecnologici al fine di consentirle di creare ombre elettroniche con cui ballare. Il risultato è suggestivo ma poco comunicativo, forse anche a causa della brevità della rappresentazione. Poco convinti gli applausi al calar del sipario.

Un concerto con danzatori

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Ieri sera, il pubblico del Festival Danza Estate si è lasciato trascinare dai ritmi di Odwalla , una formazione composta da bravissimi musicisti che suonano solamente strumenti a percussione. Odwalla crea musiche che nascono da un mix sapiente tra le sonorità africane e quelle europee. Musiche che possono evocare atmosfere misteriose o scatenare danze tribali. Il concerto degli Odwalla è stato impreziosito dalle danze della Gerard Diby Contemporaine Danse Ensamble accompagnata da Sellou Sordet .  Danzatori eccezionali, il cui corpo è agile, scattante e statuario. Danze, le loro, che evocavano i riti tribali africani e che richiamavano passi di danza contemporanea.  Danze in cui il corpo è di volta in volta metafora del mondo animale o del mondo vegetale, ma anche mezzo di espressione per gli spiriti dell’aldilà che se ne impossessano. Spettacolo piacevole.

La rete delle convenzioni

È stato presentato ieri sera in prima nazionale al pubblico del Festival Danza Estate Il lago dei cigni di Laura Corradi .  Si tratta di uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni nel quale si racconta l’ipotetico seguito del noto balletto musicato da Pëtr Il'ič Čajkovskij . Nel testo della Corradi, musicato da Fabio Basile , l’azione si svolge durante la festa di nozze tra il Principe Siegfried e Odette.  Qualcosa, però, turba il Principe e il suo disagio si esprime attraverso una gestualità a scatti e una difficoltà a mantenere la posizione eretta. Il Principe non è solo nel suo disagio: anche altri invitati, infatti, lasciano le stanze del palazzo dove si sta svolgendo la festa (che il pubblico non vede, ma sente) e si uniscono a lui.  Assieme tentano di capire l’origine del disagio e il modo di superarlo. Ciò che impedisce al gruppo essere felice è l’impossibilità di volare: rotto l’incantesimo e lasciate le sembianze di cigno, il gruppo rimpiange...

Spettacolo per minatori

Ci sono pub nella sterminata periferia americana frequentati da minatori in cerca di svago, nei quali, dopo il secondo boccale di birra, è concesso il rutto libero.  In tali locali il cartello “vietato fumare” è diventato il bersaglio dei giocatori di freccette e il bagno è perennemente fuori servizio. Ogni tanto, il gestore del locale, per dare un tocco glamour, organizza una gara di ballo.  A esibirsi saranno le coppie di giovani fidanzatini del luogo e l’arte della danza è trasformata in ginnastica a suon di musica.  I minatori assistono alla gara estasiati dalla fica in movimento. A chi scrive, lo spettacolo Queen the Ballet per le coreografie di Marcello Algeri presentato ieri sera al Festival Danza Estate, ha evocato l’ambiente sopra descritto.  Un’associazione di idee assolutamente non voluta da chi lo spettacolo ha confezionato, ma che è nata dalla gestualità dei ballerini in scena, impegnati in sequenze di una banalità davvero sconcertante e che richiam...

Cercando il due

Anche quest’anno il Festival Danza Estate ha presentato al pubblico del Teatro Sociale il lavoro di un gruppo di giovani coreografi.  L’occasione dà anche la possibilità a degli allievi del CSC Anymore e del MAS di Milano di esibirsi. Va detto che, forse, affidare degli allievi a dei giovani coreografi non sempre è una scelta vincente, perché, probabilmente, l’inesperienza tecnica degli allievi può frenare la creatività dei coreografi. Il risultato, quindi, può, a volte, dare l’impressione del saggio di fine anno.  Sensazione che può risultare incongrua all’interno di un Festival. Ciò detto, è doveroso spendere qualche parola per una delle coreografie presentata ieri: quella di Serena Marossi . Cercando il due , eseguita dalla stessa Marossi con Daniele Maffeis , racconta di quanto possa essere difficile l’incontro tra due persone, ma anche di quanta gioia esso possa dare. Al centro della scena vuota c’è una sbarra che i ballerini, di solito, usano per esercitarsi....

La vita è una parete da scalare

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Ieri sera, nell’ambito del Festival Danza Estate , è stato presentato al pubblico del Teatro Sociale lo spettacolo Albertine Sarrazin. De l’autre cote du chronomètre! della Compagnie de Cirque Dare d’Art . Va detto subito che non si tratta di uno spettacolo di danza (o di danza acrobatica).  Non è neppure uno spettacolo circense.  Semplicemente è uno spettacolo di teatro di prosa (e non soltanto perché i due attori recitano).  Uno spettacolo che non usa la pedana come luogo dell’azione; bensì una parete da rocciatore un po’ modificata...  “Teatro verticale”, verrebbe da dire. Una scelta che potrebbe sembrare fine a se stessa, ma che, invece ben si adatta al tema trattato: la biografia della scrittrice francese Albertine Sarrazin che, sicuramente, ebbe una vita in bilico.  Una vita simile a una scalata.  Una vita difficile, insomma, con tanto di carcerazione ed evasione dal carcere... Uno spettacolo visivamente “pieno” a tratti vicino al cinema (specie ne...

Una noche discontinua

Inizia bene Noche tanguera per la regia e la coreografia di Luciano Padovani : la scena si apre con due danzatori stesi su un materasso impegnati a dar vita a figure di danza contemporanea.  Mentre i due danno seguito a quella che, presumibilmente, è stata una notte di passione, altri due danzatori entrano in scena e si uniscono in un tango pieno di promesse.  Quando la loro danza è a buon punto, entra in scena la terza coppia di danzatori che, contemporaneamente alle precedenti, si esibisce in un tango in cui la sensualità si alterna alla finta ritrosia.  Le tre coppie di danzatori sembrano quasi rappresentare la stessa coppia di amanti in tre momenti diversi della medesima notte: il corteggiamento, gli amoreggiamenti e il risveglio. Un inizio che dà vita a un racconto, ma che, purtroppo, non viene alimentato dal seguito dello spettacolo che si dipana come un'alternanza tra numeri di tango ed esecuzioni dal vivo di musica da tango.  Tale alternanza smorza la tens...

I movimenti sinuosi della Natura

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Ieri sera i Momix guidati da Moses Pendleton hanno presentato Bothanica al Teatro Donizetti di Bergamo. Si tratta di uno spettacolo di danza che prende le mosse dall’osservazione dei movimenti sinuosi della Natura.  Non solo i movimenti di piante e fiori (che sbocciano, si allungano, vengono scossi dal vento), ma anche quelli degli animali (dagli uccelli ai cavalli, passando per animali preistorici riconoscibili e non). Movimenti eleganti ed erotici, ma anche selvaggi e pieni di energia, ma pur sempre sinuosi.  Ecco, allora, che corolle di fiori possono muoversi con passi di flamenco o un gruppo di vespe incattivite danzare a mo’ di tribù africana.  Ma ci sono anche i cavalli selvaggi che si muovono in branco e una leggiadra e gigantesca farfalla. I dieci danzatori della formazione, come d’abitudine per i Momix, si muovono sul palco usando una serie di “attrezzi” che sono quasi un prolungamento del loro corpo.  Non materiali da usare, non costumi d...

Cigni cui è stato sparato nelle ali

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Ieri sera al Teatro Donizetti di Bergamo è stata eseguita la messa funebre del Lago dei cigni di Pëtr Il'ič Čajkovskij per la coreografia scialba e convenzionale di Alexander Vorotnikov . Una coreografia che ha portato la danza classica indietro di decenni, con una sconfortante diminuzione di ruolo dei danzatori di sesso maschile, ridotti, nei passi a due, alla funzione di porteur .  Roba che non si vedeva più nei teatri dai tempi dello Zar di tutte le Russie! Qui, ora, non si vuol negare ad alcuno il diritto di guardare alla tradizione del balletto classico, ma non si può tacere il fatto che rifarsi alla tradizione senza tenere ben presente l’evoluzione di un’arte significa uccidere l’arte stessa.  In altre parole, chi pensa che si possa ancora eseguire un balletto classico con gli stessi movimenti e le stesse coreografie dell’Ottocento non ha bene in mente il fatto che il balletto classico è un’arte e non una masserizia da rigattiere.  E l’arte è, sopratt...

Un Caravaggio che non emoziona

Ieri sera al Teatro Sociale di Bergamo è andato in scena Caravaggio del coreografo Matteo Levaggi . Si tratta di un balletto composto da diversi quadri che non compongono un’unità narrativa, ma, a detta del coreografo, sono riuniti sotto il titolo Caravaggio perché ispirati dal grande Maestro della pittura. Va detto subito che i danzatori in scena sono tutti all’altezza e che il primo ballerino Vito Pansini è davvero bravissimo. Va aggiunto che le figure pensate dal coreografo sono visivamente assai gradevoli e le musiche di Giovanni Sollima , per quanto a volte dissonanti, non disturbano. Si completi il quadro con il fatto che in scena si esibisce dal vivo anche il bravissimo sopranista Massimo Castagno in un’aria assai azzeccata: un madrigale che fa molto ambientazione caravaggesca. Ciò detto, però, va confessato il fatto che durante l’ora di spettacolo non si viene mai coinvolti da un fremito emozionale. Tutto è freddo. Distaccato. Eseguito bene ma lontano. Un peccato. Fors...

Il Don Giovanni predatore di Mauro Astolfi

Il coreografo e regista Mauro Astolfi si è confrontato con il mito universale di Don Giovanni con lo spettacolo Don Giovanni o il gioco di Narciso presentato ieri sera a Bergamo durante il Festival Danza Estate. Il suo Don Giovanni è un predatore che non ha alcuna considerazione per la donna: ne va a caccia per goderne a suo piacere e inserirla nella propria personalissima collezione (con tanto di teche contenenti le altre donne/prede ormai ridotte ad automi). Un Don Giovanni collezionista e vanesio o, meglio, come indicato nel titolo, narciso. Tale l’assunto. Lo svolgimento “narrativo”, la trama di ciò che succede durante i 60 minuti di danza (spesso dal carattere “ferino”), è, però, a tratti, avvolto dal mistero: non si è riusciti a capire cosa, in effetti, stesse succedendo, perché, e cosa volesse significare. Dato che Astolfi prende le mosse dalla drammaturgia di Riccardo Reim non si sa se imputare a uno o all’altro (o a entrambi) l’inconcludenza di quanto inscenato. Un peccato;...

Corpi modificati, disossati, stravolti

Prima nazionale ieri per il Festival Danza Estate: la Compagnia Arearea, infatti, ha presentato Innesti_il corpo tecnico per la coreografia e la regia di Marta Bevilacqua . Si tratta di uno spettacolo che prende le mosse dalla danza per raccontare di come il corpo degli uomini di oggi sia, sempre più spesso, sottoposto al dominio della tecnica.  Come il corpo sia sottoposto a omologazione, attraverso “innesti” (protesi) che non gli sono propri. Lo spettacolo prende le mosse dalla danza come arte in cui il corpo è fondamentale, insostituibile, per proseguire nel campo di altre arti, fatto com’è di video-proiezioni (in cui il corpo filmato è pesantemente modificato per effetto di interventi sulle immagini) e di movimenti corporei che, difficilmente, possono essere ascritti al campo della danza contemporanea.  Movimenti, costumi e maschere che hanno come fine quello di “disossare” il corpo delle tre danzatrici ( Marta Bevilacqua , Anna Giustina e Valentina Saggin ), per stra...

Casanova allo specchio

Ha preso il via ieri sera la 22a edizione del Festival Danza Estate con il balletto Casanova che il coreografo Eugenio Scigliano ha realizzato per la Compagnia Aterballetto. Al centro della scena un enorme specchio.  Uno specchio in cui Casanova si riflette per riflettere. Uno specchio simbolo della duplicità della condizione del protagonista: amante focoso e spadaccino pronto al duello, ma anche uomo disarticolato e inquieto. In scena i sei danzatori interpretano tutti Casanova.  Sono giovani, freschi, appassionati, smaniosi, ma anche irrequieti, tremanti di fronte alla solitudine e alla vecchiaia, spasmodici. Al loro fianco sei danzatrici che, di volta in volta, sono focose donzelle; vergini pure, prima restie all’amplesso e, dopo, donne liberate e intraprendenti; femmine pronte al sesso. La coreografia di Scigliano non sembra tanto puntare alla sequenza memorabile e sorprendente, quanto alla costruzione del carattere (operazione, forse, più consona al teatro di prosa,...

L’Aldilà di Romeo e Giulietta

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Il Balletto di Milano ha presentato ieri al pubblico del Teatro Donizetti di Bergamo il balletto Romeo e Giulietta ispirato all’omonima tragedia di William Shakespeare , su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij . Va subito detto che la partitura riuniva varie opere di Čajkovskij (tra cui Romeo e Giulietta , Amleto , La fanciulla di neve ) in un tutt’uno drammaticamente assai convincente.  Autore del mix Michele Rovetta che in tal modo ha saputo anche dare un tema musicale specifico per i due protagonisti e ha servito bene la rielaborazione drammaturgica del testo shakespeariano operata dal coreografo Giorgio Madia . Una storia, quella voluta da Madia, che si discosta non poco dall’originale di Shakespeare, non solo perché il suo spettacolo inizia dalla fine della tragedia (la morte di Paride, Romeo e Giulietta), diventando, in tal modo, un lungo flash back, ma anche (e soprattutto), perché Madia ha pensato a un post: Romeo e Giulietta che danzano felici e innamorati in una so...

… ma il drago non c’è

È stato presentato al Teatro Donizetti di Bergamo il balletto Giorgio e il drago della coreografa Simona Bucci .  Si tratta di uno spettacolo adatto a bambini dai 5 agli 8 anni che ha l’intento evidente di avvicinare i bambini al linguaggio della danza, per solito ritenuto adatto solo a un pubblico di adulti. Per rendere la danza un linguaggio comprensibile ai piccoli spettatori, la Bucci trasforma i movimenti della danza contemporanea in movimenti di gioco o in azioni quotidiane che raccontano della tranquilla esistenza di Giorgio (un ragazzo un po’ fifone e tanto pigro e goloso); della sua vispa amica Meda e del loro asino. Tranquillità quotidiana che, un giorno, viene messa alla prova in quanto Meda si avventura nel bosco abitato dal drago.  Giorgio deve vincere le sue paure per poter correre in soccorso dell’amica e avventurarsi nel bosco.  Si barda, quindi, con quanto ha per trasformarsi in cavaliere: il lenzuolo diventa mantello, il mestolo spada, il cuscino c...

Far poesia con la danza

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Ieri sera, al Teatro Sociale di Bergamo, André Curti e Artur Ribeiro (ovvero i Dos à deux) hanno presentato il loro Aux pieds de la lettre. Parlare di spettacolo di danza appare riduttivo (nulla togliendo al valore e alla capacità narrativa della danza).  Tale meraviglioso spettacolo, infatti, trascende la danza e si fa poesia.  Poesia senza parole, ma gestuale.  Il “testo” racconta la vita quotidiana di due pazzi. Uno dei due sente le voci e vuole trascrivere ciò che “ascolta” su carta, l’altro è ossessionato dalla pulizia (specie di quella dei propri piedi).  Lo “scrittore” usa il compare a mo’ di macchina per scrivere (e dal corpo dell’amico alienato escono davvero fogli di carta che vengono regolarmente cestinati dopo una sommaria lettura). A intervallare e a interrompere la ritualità della scrittura e della pulizia dei piedi intervengono sia oscuri personaggi (che mai si vedono) che calano dall’alto la borsa della medicina (e, allora, inizia la “da...