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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

… ma il drago non c’è

È stato presentato al Teatro Donizetti di Bergamo il balletto Giorgio e il drago della coreografa Simona Bucci .  Si tratta di uno spettacolo adatto a bambini dai 5 agli 8 anni che ha l’intento evidente di avvicinare i bambini al linguaggio della danza, per solito ritenuto adatto solo a un pubblico di adulti. Per rendere la danza un linguaggio comprensibile ai piccoli spettatori, la Bucci trasforma i movimenti della danza contemporanea in movimenti di gioco o in azioni quotidiane che raccontano della tranquilla esistenza di Giorgio (un ragazzo un po’ fifone e tanto pigro e goloso); della sua vispa amica Meda e del loro asino. Tranquillità quotidiana che, un giorno, viene messa alla prova in quanto Meda si avventura nel bosco abitato dal drago.  Giorgio deve vincere le sue paure per poter correre in soccorso dell’amica e avventurarsi nel bosco.  Si barda, quindi, con quanto ha per trasformarsi in cavaliere: il lenzuolo diventa mantello, il mestolo spada, il cuscino corazza, il cop

Bruno

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L’attore inglese Sacha Baron Cohen , dopo il successo planetario ottenuto con Borat , torna al cinema con Bruno , un altro dei suoi noti personaggi, ovvero il “giornalista” di moda autore della rubrica Funkyzeit mit Brüno . Obiettivo di Bruno è raggiungere la fama e, per tagliare il traguardo sperato, Bruno tenta varie strade: prima conduttore di uno show sui personaggi celebri di Hollywood, poi attore, non trascurando di diventare testimonial di cause sociali e operatore di pace.  Capisce, però, Bruno, che per diventare davvero famoso, deve smettere di essere gay e diventare eterosessuale (perché tutte le star del cinema lo sono).   Intraprende, quindi, la strada che dovrebbe condurlo a uno stile di vita e a preferenze sessuali da eterosessuale: dialoghi con “guaritori”, battute di caccia, arruolamento nell’esercito… Un ovvio intento satirico nei confronti degli stereotipi raggiunto con un procedimento che ha del geniale: Cohen, infatti, esaspera i pregiudizi che gl

L’elisir non fa miracoli

Ieri sera al Teatro Donizetti di Bergamo è andata in scena la prima dell’ Elisir d’amore di Gaetano Donizetti per la direzione del Maestro Stefano Montanari e la regia di Francesco Bellotto . Va detto che si è trattato di uno spettacolo dai risultati alterni che ha visto un primo tempo non esaltante, accolto assai tiepidamente dal pubblico, e un secondo tempo più “caldo”, salutato dal pubblico con applausi a scena aperta. Tutto sommato si è trattato di uno spettacolo un po’ freddo, in qualche modo “raggelato” in un’ambientazione in Stile Impero (bellissimi i costumi di Cristina Aceti ), forse un po’ troppo classicheggiante.  Forse il pubblico non è si è lasciato coinvolgere dall’atmosfera un po’ troppo arcadica e assai distante dal comune sentire odierno (che di arcadico e bucolico ha molto poco). Va, inoltre, detto che nel Primo Tempo il tenore Ivan Magrì è apparso sottotono, un po’ acerbo per una parte che richiede coloriture vocali da consumato cantante.  Lo stesso

Hopper: dal buio alla luce

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È stata presentata oggi alla stampa la prima mostra italiana dedicata a Edward Hopper (1882-1967) allestita nei saloni di Palazzo Reale a Milano (visibile nella città meneghina da domani fino al 31 gennaio 2010, poi la mostra si trasferirà a Roma dal 16 febbraio al 13 giugno 2010). La mostra presenta oltre 160 opere tra dipinti su tela, disegni preparatori, fotografie, opere grafiche e si prefigge di ripercorrere l’intera carriera di uno dei più importanti pittori americani del Novecento e di presentarla agli spettatori italiani che, forse, la conoscono poco. Va detto che l’esposizione non è “epocale”: si tratta di una mostra dignitosa che, purtroppo, a parte certe isolate eccezioni, si fa sfuggire l’opportunità di presentare alcuni dei noti capolavori del pittore, quali, ad esempio il celeberrimo Nighthawks ( Nottambuli ) del 1942. La validità dell’esposizione, ad ogni modo, va ricercata proprio nel suo presentare al pubblico italiano un cammino, quello

Traviata esempio di fedeltà

Ieri pomeriggio, al Teatro Donizetti di Bergamo, è stato il trionfo di Traviata di Giuseppe Verdi .  Nel ruolo del titolo la strepitosa Irina Dubrovskaya della quale si dirà semplicemente che era Violetta.  Nei panni di Alfredo il bravo Antonio Gandia , in quelli di Giorgio l’altrettanto bravo Giuseppe Altomare . All’altezza tutto il resto del cast (la replica vedeva in scena la seconda compagnia).  Tutti i cantanti (a partire dai ruoli principali, per finire con i coristi) hanno saputo unire il canto con la recitazione, creando uno spettacolo davvero emozionante. Maestro concertatore e direttore d’orchestra era Bruno Cinquegrani ; regista Paolo Panizza , scenografo Italo Grassi e costumista Carmela Lacerenza .  Per tutti costoro un plauso speciale.  Impeccabile l’esecuzione orchestrale, bellissimi i costumi (specie quelli indossati dalla protagonista), funzionali, oltre che belle, le scene. L’ambientazione voluta dal regista era leggermente spostata in avanti rispetto a quell