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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

La voce autentica di Vettorello

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Rodolfo Vettorello torna in libreria con un nuovo libro di poesie: Elogio dell’imperfezione edito da Luoghi Interiori. Si tratta di un libro intenso, nel quale il Poeta si interroga sul senso della Vita. Nel volume vi è una sorta di dialogo muto con la Morte che non approda a soluzioni consolatorie: Vettorello, infatti, non crede nell’Aldilà e in un’altra vita. Una volta giunti alla fine, la fine è definitiva, nonostante molti sperino il contrario: «Un infinito orgoglio si figura | che all’uomo spetti | un’altra dimensione.» commenta amaro in Nessun segno, niente .   Il Poeta è, dunque, consapevole dell’unicità della Vita: ogni momento va vissuto e assaporato appieno, perché non tornerà mai più, né si avrà mai una seconda opportunità, ammesso la si voglia.  «Io non vorrei per me nessun altrove, | mi basterà la vita che ho vissuto.» afferma nella stessa poesia che conclude con una speranza condivisibile anche se, si crede, comune a pochi: «Vorrei, per il mio giorno di commi

Successo per Rita Iacomino

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Rodolfo Vettorello, Rita Iacomino e Alessandro Quasimodo Dal 1999, per volere dell’UNESCO, il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Poesia. Ieri sera a Limbiate si è svolta un’affollata e piacevole serata in cui la poesia è stata celebrata: è stato, infatti, presentato il volume … e mi fingo poeta di Rita Iacomino . Assieme all’autrice, c’era il poeta Rodolfo Vettorello che ha presentato l’opera al pubblico e l’attore e regista Alessandro Quasimodo che ha recitato, con la consueta bravura, una decina di poesie facenti parte della raccolta. Nel suo discorso, Vettorello ha elogiato Rita Iacomino, affermando, tra l’altro, che … e mi fingo poeta è una raccolta di poesie più matura e riuscita della precedente. Rita Iacomino, visibilmente emozionata, ha, tra le altre cose, raccontato come l’ispirazione le venga di notte nei momenti di insonnia e di malinconia e ha annunciato che è pronta la sua terza raccolta poetica che avrà una nota introduttiva di Alessandro Quasimodo e s

A Pavia i capolavori della Johannesburg Art Gallery

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Paul Cezanne, I bagnanti Fino al 19 luglio 2015 presso le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia è possibile ammirare la mostra Capolavori della Johannesburg Art Gallery da Degas a Picasso organizzata da ViDi con la consulenza scientifica di Simona Bartolena . Un’occasione unica per vedere 67 opere pittoriche (oli su tela, ma anche disegni, litografie, acquarelli...) realizzate dai maggiori artisti operanti soprattutto in Europa e negli Stati Uniti all’incirca dalla seconda metà dell’Ottocento alla fine del Novecento e ora custodite dal maggiore museo del Sud Africa. In mostra anche dipinti realizzati da artisti africani del Novecento. Opere che sono una vera scoperta e che, da sole, valgono la visita all’esposizione pavese. Si tratta di pittori fortemente influenzati dall'arte europea e statunitense che, con i loro lavori, spesso denunciano i gravi problemi vissuti dalle persone di colore nel continente africano. George Pemba, Mi dispiace signora Trattandosi

Il sesso non è peccato

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Il Decameron di Pier Paolo Pasolini è un film che non sente il passare degli anni: uscito nel 1971, mantiene inalterata la sua freschezza e, a buon diritto, può essere definito un capolavoro. Tratto dal Decamerone di Boccaccio, è ambientato in una Napoli medioevale e gioiosa in cui non v’è traccia della peste e in cui risuonano vive e piene di gioia di vivere alcune canzoni napoletane non proprio d’epoca.  Pasolini affronta alcune novelle di Boccaccio senza mediazioni: elimina, infatti, la “cornice” narrativa affidata dal Boccaccio ai narratori e si immerge direttamente nelle storie.  Ciò facendo, cancella dal “presente” filmico il dato della peste (ragione per la quale i narratori boccacceschi si isolano dal mondo e iniziano a raccontare alcune storie per ingannare il tempo), cancellando, con essa, il velo di tristezza e angoscia che la morte porta con sé. Resta, nel film di Pasolini, solo la gioia: il gusto per la beffa; la voglia di vivere; la sessualità vissuta co

Strepitoso Palma il Vecchio

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Ritratto di donna, detta La Bella Palma il Vecchio (Jacopo Negretti detto Palma 1480 - 1528) è pittore forse poco noto in Italia, ma assai celebre (e celebrato) all’estero.  Vissuto a Venezia in pieno Rinascimento, fu pittore di culto già in vita, tanto che le sue opere entrarono immediatamente nelle collezioni d’arte dei mecenati europei.  La sua fama fu tale che il Palma arrivò a guadagnare più di Tiziano e, assieme a questi e a Giorgione, egli è considerato il padre della pittura moderna, soprattutto per il suo modo di ritrarre, inedito per allora. Oltre che ritrattista, fu anche pittore di scene sacre e, oggi, è considerato, tra l’altro, il più grande illustratore dei cambiamenti intervenuti nel Rinascimento in fatto di moda: attento come era alla resa dei tessuti e dei modelli, è, infatti, possibile ammirare, attraverso i suoi dipinti, i vestiti più belli confezionati dei sarti italiani a inizio Cinquecento. A Palma il Vecchio la GAMeC di Bergamo ha dedicato la pri