La cultura non si finanzia a spese della cultura
Parto da quanto scritto da Pierluigi Battista su “Style” di questo mese. Il suo articolo Muore Pompei trionfano i premiucoli mi è sembrato di una pochezza preoccupante. In poche parole, il noto giornalista propone, muovendo da quanto considerato da Giorgio Israel , di sopprimere premi, festival, fiere ecc. a favore del mantenimento dei nostri beni culturali. Alla lettera l’editorialista del “Corriere della Sera” scrive: Se un festival in meno liberasse risorse per qualche restauratore in più, per una manutenzione più accurata, per un controllo più minuzioso della cultura nazionale? Una domanda, quella di Battista, che crea sconcerto per più di un motivo. Innanzitutto la protosta sottintende il fatto che tutto quanto si faccia oggi in nome della cultura, non sia affatto un’azione culturale, ma, quando va bene, un piacevole diversivo, un balocco costoso per chi produce e chi consuma l’evento. Solo il passato sarebbe cultura. Una sciocchezza che si commenta da sé. Il gior