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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

La frusta di Venere

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Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch è un classico della letteratura erotica, forse troppo poco noto. Chi vi cercasse descrizioni di amplessi e di evoluzioni erotiche, ne rimarrebbe, però, profondamente deluso. Il romanzo, infatti, è un teorema (filosofico) che tenta di dimostrare come un uomo e una donna non possano essere compagni, ma solo nemici, anche se si amano. Soprattutto se si sia amano... Nella coppia, uno dei due amanti è destinato ad essere schiavo dell’altro. Domina chi non si fa scrupoli a tenere in mano la frusta e al dominato non resta che adorare l’amante divenendone lo schiavo. Nel romanzo è l’uomo che si fa schiavo, volontariamente, della sua Venere in pelliccia. Una donna bella, ricca e spietata; una dea, una Venere che accetta la proposta dell’amante di divenirne la padrona, svolgendo il suo compito di giorno in giorno con sempre maggior piacere. Il rapporto schiavo/padrona viene regolato da un

La Medea moderna terapeuta della Wolf

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Nel romanzo Medea. Voci , pubblicato in Italia dalle edizioni e/o, Christa Wolf ripercorre la vicenda di Medea dandone una versione nuova e alternativa. Innanzitutto, va detto che la Scrittrice tedesca riesce a dare più di un “tocco” di mistero al mito arcinoto, introducendo elementi e personaggi inediti che inducono il lettore a porsi alcune domande. Ad esempio, ci si chiede quale sia la reale ragione che spinge un gruppo di colchi a fuggire nottetempo con Medea; oppure di chi sia lo scheletro nascosto in una grotta sotterranea del Palazzo di Corinto omaggiato segretamente dalla muta e pazza regina Merope (moglie di Creonte). Ad ogni domanda del lettore la Wolf risponde a suo tempo e la sua costruizione rivela una Corinto nuova e barbara, assai distante dalla razionale e “greca” polis disegnata da molti degli autori che hanno dato voce al mito di Medea. E, così come Corinto rivela un’anima diversa da quella comunemente conosciuta, anch