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Quegli editori inutili a Tempo di Libri

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Si è conclusa ieri a Milano la seconda edizione di Tempo di Libri . Al di là dei meriti e dei risultati della manifestazione, qui si vuole solo riportare una semplice riflessione che è nata in seguito alla visita ai padiglioni della fiera e a uno scambio di battute con un editore presente con un proprio stand. Le parole che seguono lungi dall'essere nate spinte da una volontà polemica, sono, invece, venate da un grande senso di tristezza. Sì, perché da manifestazioni come Tempo di Libri se ne può uscire anche con un senso di tristezza e insoddisfazione notevoli. Può succedere se si nota che, a parte le eccezioni, i piccoli espositori allestiscono il loro stand come se fossero al mercato del pesce: oltre a mettere la loro merce sulla bancarella esponendola in modo da risultare invitante, usano il banco come divisore fisico tra venditore e acquirente.  Forse, però, un editore dovrebbe ragionare in modo differente da un pescivendolo e sentirsi parte di una comunità