Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2004

Gente di plastica

«Amore mio, perché mi hai abbandonato?». Tale domanda risuona insistente in Gente di plastica , bello spettacolo scritto e diretto da Pippo Delbono e interpretato dal medesimo, affiancato dalla sua affiatata compagnia di attori.  Una domanda che non trova risposta, ma che dà vita a un'ossessione e a un forte malessere psichico nei personaggi variegati che popolano il mondo plastificato di Delbono.  Un mondo, quello mostrato dall'autore, che non trova una via di mezzo tra il dolciastro quadretto familiare anni Cinquanta e la vuota società dell'apparire (esemplificata magnificamente dalla sequenza della sfilata di intimo maschile "diretta" da un attore nei panni di una riconoscibilissima e gustosa Donatella Versace).  Una domanda, quella del perché si è stati abbandonati dalla persona amata, che non può avere una risposta in una società dove conta più l'avere (e continuo nello spettacolo è il richiamo ai soldi) che l'essere.  Una società dove pur di a

Gli amici di Chris a Berlino

Immagine
«No. Perfino ora non posso credere sul serio che tutto questo sia realmente accaduto…».  Così termina Addio a Berlino di Christopher Isherwood , romanzo-diario pubblicato nel 1939 e narrante fatti svoltisi nella capitale tedesca tra il 1930 e il 1933, in piena ascesa del Nazismo.  In quel periodo Isherwood risiedeva a Berlino – considerata da molti giovani inglesi una specie di città dove tutto era possibile, amore libero compreso – e con piglio di grande cronista trascriveva nelle pagine del suo romanzo-diario i fatti di cui era testimone (tra l’altro rivelando una capacità di analisi impressionante, se vista con il “senno di poi”): «Io sono una macchina fotografica con l’obiettivo aperto; non penso, accumulo passivamente impressioni» scrive nelle prime righe del libro. Una definizione di se stesso assolutamente calzante per questo romanzo, nel quale Isherwood, pur essendone il protagonista (anche in veste di voce narrante), raramente si lascia sfuggire una nota sui

Piccola storia del sesso

ComunicAmando di Elisabetta Fernandez , FrancoAngeli, 2004.   Libro strano quello di Elisabetta Fernandez a iniziare dal titolo che con un gioco di parole unisce in sé due verbi: comunicare e amare, dando loro, con il gerundio del secondo termine, il significato di comunicare mentre si ama. In realtà, però, nel volume, non c’è, se non di sfuggita (soprattutto nei primi e negli ultimi paragrafi) un discorso sulla comunicazione, tanto meno su quella amorosa.  Forse, per capire il libro della Fernandez bisogna affidarsi al sottotitolo: Sesso e sentimento, dai vecchi tabù ai nuovi media . Leggendo il sottotitolo, dimenticando il titolo, il libro diviene subito chiaro e può essere definito un utile strumento per fare il punto sulla situazione degli studi di sociologia e sessuologia, non senza un rapido sguardo all’evoluzione storica dei comportamenti sessuali così come si sono modificati nel corso del millenni nella società Occidentale.