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Visualizzazione dei post da settembre, 2004

Alice nella città degli orrori

Anna Berra , L'ultima ceretta , Garzanti. È un porno-giallo d'autrice L'ultima ceretta di Anna Berra : un libro scritto bene, con un linguaggio aderente a quello della realtà giovanile e che scorre via veloce. Protagonista ne è Alice, una giovane donna laureata con il massimo dei voti che, non riuscendo a sbarcare il lunario con i miseri guadagni di traduttrice, sceglie la via della prostituzione. Assieme alla sua compagna Paola, infatti, inscena, per facoltosi clienti, spettacoli di sesso saffico. A procurare loro i clienti ci pensa la proprietaria di un centro estetico che viene trovata uccisa proprio dalle due amiche, le quali, invece di chiamare le forze dell'ordine, decidono (soprattutto Alice, la più coraggiosa delle due, quella che veste con abiti maschili, va in giro con una benda su un occhio e pratica il pugilato) di investigare in proprio, per scoprire il nome dell'assassino. Le indagini faranno entrare Alice e Paola in contatto con una Torino misteriosa

Ritratti di Wilde

Nel volumetto di Oscar Wilde , Autobiografia di un dandy (collezione di articoli mai riuniti in volume in Italia), si leggono vari e gustosi scritti di Wilde (molti sulla letteratura e sul teatro, molti altri di "costume"), ma ai lettori esso potrebbe interessare, oltre che per essere un libro di Wilde, anche per l'ottima Introduzione scritta da John Wyse Jackson , nella quale sono riportati per intero due articoli scritti da chi ha potuto conoscere Wilde personalmente: il primo, pubblicato su "Bruno's Weekly" del 22 gennaio 1916, intitolato Storia della vita di Oscar Wilde e della sua esperienza nel carcere di Reading scritta dal suo guardiano (veramente toccante anche perché dà un'immagine di Wilde depresso e senza speranza, umiliato e privo di verve ), e l'altro ( scritto quando Wilde era Wilde ) pubblicato due mesi prima del suo arresto su "The Sketch" e scritto da Gilbert Burgess , un articolo scintillante, che termina c

Un dolore che commuove poco

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Libro composito quello di Walter Siti : Un dolore normale è, infatti, un romanzo che parla di una storia d’amore, quella di Walter per Mimmo, ma soprattutto di Mimmo per Walter; ma anche un romanzo che parla della scrittura di un romanzo (quello di Walter che ha per oggetto la relazione tra Walter e Mimmo) e, infine, un romanzo che contiene alcune poesie d’amore (quelle che Walter scriveva per Mimmo).  Per aiutare il lettore a districarsi tra i vari “soggetti” del libro, l’autore utilizza vari caratteri tipografici. In questo modo, il lettore, può leggere di un fatto varie versioni: ad esempio, quella “oggettiva” di come il tal fatto si sarebbe svolto e, in parallelo, quella “soggettiva” rielaborata per fini artistici. Va detto, con tutta onestà, che Un dolore normale non pare essere un romanzo “ispirato”, forse proprio per la compresenza delle diverse versioni della storia: si ha l’impressione di essere di fronte a un plot narrativo troppo costruito e razionalizzat

Un pasto indigeribile

Si può fare una fatica incredibile a portare avanti la lettura de Il pasto nudo , romanzo di William Burroughs , perché, spesso, si stenta a capire chi sta dicendo quello che è scritto e cosa realmente stia dicendo...  Il fatto è che il romanzo descrive il delirio di un tossicodipendente e lo fa in modo delirante, confondendo di proposito il lettore che si trova, per esempio, improvvisamente trasportato da New York a Tangeri e "all'Interzona" da una riga all'altra, senza capire come il personaggio X abbia fatto a passare in poche righe da una località all'altra.  Il romanzo è pieno di tossicomani checche e di sbirri che danno loro la caccia.  Tali sbirri, una pagina sì e una no, tra l'altro, sodomizzano volentieri ragazzi belli e dannati.  Non mancano anche bianchi razzisti che mettono al rogo i neri e maniaci che impiccano ragazzi per scoparli nel momento dell'erezione da soffocamento. Complessivamente il romanzo è noioso e ripetitiv

Coe racconta Bogart

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Jonathan Coe, Caro Bogart (tit. originale Take it & Like it ), Feltrinelli. Jonathan Coe è noto al pubblico dei lettori italiani soprattutto per essere l’autore dei romanzi La casa del sonno e La banda dei brocchi , ma, oltre ad essere un romanziere, Coe è anche un biografo: ha scritto, infatti, le biografie degli attori James Stewart e Humphrey Bogart .  Proprio quest’ultima l’editore Feltrinelli ha ora pubblicato in Italia con il titolo, forse un po’ fuori luogo, di Caro Bogart . Il titolo dato alla versione italiana della biografia che Coe dedica all’attore americano suona un po’ stonato, in quanto Coe tutto fa fuorché scrivere un’esaltazione del divo di Hollywood. Coe, invece, ne analizza lo stile recitativo e ne ricorda i dati biografici salienti con divertito distacco, riuscendo a vedere i meriti artistici del divo, ma, più spesso, descrivendone i limiti recitativi o le cantonate clamorose. Il tutto con uno stile sobrio, ma non scevro di ironia, in grado di coinvo

La potenza delle immagini

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Nel 1931, a ventinove anni, il poeta spagnolo Luis Cernuda (1902 – 1963) ebbe un’intensa e tormentata storia d’amore con Serafín Fernández Ferro , autodidatta figlio di operai, il quale, a detta di García Lorca, possedeva un «sorriso leonardesco». Sotto l’impulso della tormentata relazione, Cernuda scrisse le poesie e le prose ritmiche che compongono il libretto I piaceri proibiti .  Va detto, con tutta onestà, che non siamo di fronte a un capolavoro assoluto della poesia, ma anzi, a delle poesie che, spesso, lasciano alquanto perplessi per la loro “freddezza”: si è lontanissimi da un tipo di poesia “calda” in cui l’erotismo entra prepotente e le immagini si fanno sensuali come ci si aspetterebbe da un poeta che scrive nel momento stesso in cui è travolto da una passione ardente e che titola il proprio libro I piaceri proibiti … 

Piccoli italiani

Piccoli italiani di Marco Lanzòl è davvero un bel romanzo, sia per il contenuto, sia per l’aspetto linguistico. Ambientato a Roma racconta un anno d’esperienze di un gruppo di adolescenti maschi. Tra di essi spiccano le figure dei cugini Luca e Gianni e del piccolo Andrea che compirà 14 anni sul finale della storia. Lanzòl descrive minuziosamente i personaggi e alcuni oggetti, astenendosi dal descrivere gli amplessi che uniscono tra loro questi piccoli italiani: le azioni sessuali, spesso, vengono associate a composizioni di musica lirica. Per narrare la storia dei suoi piccoli protagonisti, l’autore fa uso del mistilinguismo: all’italiano mescola il romanesco sia nel discorso diretto libero, sia in quello indiretto. Romanzo “corale”, Piccoli italiani va ricordato soprattutto per le parti narrative dedicate ai cugini Luca e Gianni (che scoprono tra loro il sesso, nonostante una serrata sorveglianza attuata dai «genitori-zii» e si avviano a compiere il