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I pianeti delle scimmie

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Il pianeta delle scimmie di Pierre Boulle è un gran bel romanzo di fantascienza a cui il cinema si è ispirato per dar vita a una fortunata saga . Avvertenza: di seguito si fa riferimento al finale del romanzo. Il romanzo altro non è che un lungo flash back: una coppia in vacanza nello spazio, infatti, trova un messaggio in bottiglia e lo legge. Esso contiene la storia di Ulysse Mérou, giornalista al seguito di una spedizione intersiderale, che si ritrova su un pianeta del sistema solare di Betelgeuse, da lui ribattezzato Soror ( sorella in latino), data la somiglianza del pianeta con la Terra. Il pianeta Soror è dominato dalle scimmie e gli uomini sono da loro visti come degli animali senza anima. Le scimmie, prese da furore scientifico, usano gli uomini come cavie da laboratorio e li sottopongono a diversi test. Anche Ulysse, catturato durante una spedizione di caccia contro gli uomini organizzata dalle scimmie, diviene una cavia da laboratorio. Il suo destino, però, è diverso: egl

Gulliver tra Ulisse e il capitano Kirk

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I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift non è un libro per bambini, ma un’opera di satira per adulti. Per satireggiare i costumi degli inglesi (e, più in generale, degli europei) del primo Settecento, Swift dà vita a un viaggiatore indefesso che racconta le esperienze vissute in mondi inesplorati e mette costantemente a confronto la morale degli abitanti dei luoghi che visita con quella del paese natio (l’Inghilterra, appunto). Il confronto va a discapito degli inglesi e degli europei che vengono via via descritti come dei degenerati; quasi del tutto privi di razionalità; in balia dei vizi più turpi e lontanissimi dalle virtù eroiche degli antichi greci e romani. Gulliver, nei suoi quasi 17 anni di viaggio, ha modo di incontrare una notevole quantità di esseri umani “non conformi” (dai lillipuziani ai giganti), ma anche di fare l’approfondita conoscenza di “persone non umane” e dotate di raziocinio, come i cavalli soggiogatori di una popolazione di uomini primitivi, selvaggi e bestial

Watson non è l’unico

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Ciò che salta subito agli occhi de Il taccuino di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle è la molteplicità dei narratori che ricostruiscono le gesta del noto investigatore: oltre al solito Watson, infatti, a raccontare ci sono lo stesso Sherlock Holmes e, anche, un narratore non identificato (l’Autore stesso?). Altro dato che si impone all’attenzione del lettore è che Watson non è stato l’unico assistente stretto di Holmes : infatti, dopo che il dottore si è sposato e si è trasferito sotto il tetto coniugale, Holmes si è messo in casa un ragazzetto sveglio di nome Billy e ha iniziato a collaborare con un ex galeotto di nome Shinwell Johnson. Watson entra in scena, nei racconti della raccolta, solo quando espressamente chiamato in causa da Holmes; altrimenti ne resta escluso. Si ha quasi l’impressione che Conan Doyle abbia voluto sperimentare altre vie narrative, prima di mandare definitivamente in pensione quell’investigatore che anni prima aveva tentato di far morire (eroicamente). U

Gli artisti pop di Milo Manara

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Fino al 10 settembre 2023 è possibile visitare nella ex chiesa della Maddalena a Bergamo la mostra Milo Manara. Vite d’artista. Da Caravaggio a Fellini . In esposizione ci sono le magnifiche tavole che Manara ha disegnato per diversi graphic novel che hanno come protagonisti quelli che - durante la presentazione odierna della mostra alla presenza del sindaco di Bergamo Giorgio Gori - il Maestro ha definito artisti pop: Caravaggio , Fellini ma anche Umberto Eco (sono visibili, infatti, alcune delle tavole che Manara ha preparato per la sua versione de Il nome della rosa ). E va detto che degli artisti summenzionati, Manara, nei suoi lavori, fa dei veri e propri ritratti, oltre, nel caso di Caravaggio , a riprodurne alcune delle opere più note (ridisegnate a mano da lui stesso, ci tiene a far sapere il Maestro). Giorgio Gori e Milo Manara In mostra, poi, ci sono anche altri ritratti di artisti (tutti ugualmente pop, come quelli protagonisti dei graphic novel) disegnati da Manara: vanno

La fantascienza di sconcertante attualità

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La guerra dei mondi di H.G. Wells è un testo di sconcertante attualità, nonostante sia stato pubblicato per la prima volta nel 1897 e sia, a pieno titolo, un romanzo fantascientifico. Fantascientifico in quanto narra di come i marziani, «all’alba del XX secolo», abbiano invaso la Terra, sconfiggendo a mani basse ogni tentativo di difesa e resistenza messo in atto dai britannici; nel libro rappresentanti dell’umanità intera. Marziani raffigurati nel romanzo come esseri di intelligenza superiore; spietati e che si alimentano con il sangue umano. Essi sono muniti di armi avveniristiche che oggi potremmo identificare come raggi laser e armi chimiche e si spostano su macchine che possono anche volare. Attuale in quanto la descrizione di cosa succede quando un popolo viene invaso da un altro a lui tecnologicamente superiore ricorda dolorosamente scene che si possono quotidianamente vedere in televisione:  la superiorità bellica dell’aggressore che fa scempio dei soldati schierati a difes

I barboni sognano il denaro

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La puttana dell’Ohio di Hanoch Levin con e per la regia di Mario Sala , Antonio Gargiulo e Stefania Ugomari di Blas , fino al 4 giugno in scena al Teatro Out Off di Milano, è spettacolo divertente, di cui si consiglia la visione. Il testo di Levin oscilla tra un linguaggio estremamente triviale e metafore poetiche, popolato com’è da tre personaggi “al limite”, quali sono due barboni (padre e figlio) e una donna di strada (che non è la puttana del titolo che, invece, esiste solo nel racconto mitico del padre). Un testo che parla di quanto possa essere difficile il rapporto padre-figlio; delle insicurezze maschili; del declino fisico dovuto alla vecchiaia; ma pure della ricerca (onirica) della felicità e del denaro o anche solo del calore che un sorriso può donare. Il tutto passando tra l’azione e il racconto (quello dei sogni dei tre personaggi) che, inevitabilmente, a teatro si fa azione. Testo assai bene incarnato dai tre attori su menzionati che hanno puntato a una comicità tutta

Il giorno seguente non morì nessuno | La morte intermittente di Saramago

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Non hanno nome i personaggi de Le intermittenze della morte di José Saramago : solo qualifiche. Sono il primo ministro; il cardinale; il direttore generale della televisione; il violoncellista e via discorrendo. L’unica che ha un nome ( che è anche una qualifica ) è la morte (rigorosamente con l’iniziale minuscola, e il perché lo spiega lei nel romanzo). Non c’è bisogno di nomi, forse perché davanti alla morte, tutti gli uomini sono uguali. O forse non tutti: uno sembra essere un’eccezione, ed è un violoncellista che la morte non riesce a far morire. La differenza di trattamento tra tutti gli uomini e il violoncellista divide nettamente in due il romanzo di Saramago: nella prima parte, il lettore viene a conoscenza di cosa succede agli abitanti del regno in cui opera la morte (o, meglio, non opera, dato che ha deciso di prendersi una pausa); mentre nella seconda parte del romanzo, la morte si concentra a scoprire la ragione per la quale non riesce a chiudere per sempre gli occhi al vi