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Visualizzazione dei post da gennaio, 2004

Il Sior Todero Brontolon di Pagni e Monti

Il Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni per la regia di Andrèe Ruth Shammah è uno spettacolo complessivamente ben realizzato, in grado di coinvolgere il pubblico, nonostante la presenza di qualche stonatura da imputare a una regia che non brilla per originalità, ma si affida, sostanzialmente, alla bravura degli attori e alla solidità del testo goldoniano.  Non aiutano le scene di Alessandro Camera e i costumi di Chiara Boni che paiono troppo “neutri” e “muti”.  Venendo, invece, ai punti di forza non si potrà fare a meno di elogiare la compagnia di attori che è compatta, affiatata e padrona dei tempi comici. Eros Pagni disegna, in modo eccezionale, la figura del vecchio brontolone, puntando a una dizione strascicata e all’uso di un tormentone comico («Son paron mi») che, non solo fotografa il personaggio nella sua avarizia, superbia e rusticità, ma coinvolge in un gioco scenico anche il pubblico che non tralascia di pronunciare il «mi» finale del tormentone in sin

Una danza di maschi e femmine del Sud

Cantata . Coreografie di Mauro Bigonzetti .  Compagnia Aterballetto.  Musiche originali e della tradizione popolare napoletana eseguite dal vivo dal gruppo musicale Assurd.  Costumi di Melena Medeiros.  Visto al Teatro Donizetti di Bergamo il 20 gennaio 2004. Cantata è uno spettacolo di danza moderna che si avvale dell'esecuzione dal vivo delle canzoni napoletane che fanno da colonna sonora alla storia narrata dalle coreografie di Mauro Bigonzetti .  Il contrasto tra le canzoni e la danza moderna di Bigonzetti è notevole ed è una delle cause della bellezza dello spettacolo: da una parte, infatti, le voci suggestive e d'altri tempi del gruppo musicale Assurd (composto dalle bravissime Cristina Vetrone, Lorella Monti, Enza Pagliata e Enza Prestia), e dall'altra i movimenti coreografici eseguiti in modo meraviglioso da tutti i danzatori di Aterballetto.  La storia narrata è semplice ed è una storia di "maschi" e "femmine" del Sud, con la virilità degli u

Onore a Fausto Russo Alesi

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Natura morta in un fosso di Fausto Paravidino è un noir che racconta l’indagine che un ispettore di polizia di provincia compie per scoprire chi e perché abbia ucciso un ragazza trovata morta in un fosso della provinciale alle prime luci dell’alba.  Leggendo la locandina dello spettacolo balza subito agli occhi che lo spettacolo è realizzato da tre ragazzi: l’autore del testo, Fausto Paravidino , è nato nel 1976 ed è già vincitore di prestigiosi riconoscimenti assegnati a drammaturghi; la regista, Serena Sinigaglia , è del 1973, ed è la fondatrice della A.T.I.R., considerata tra le compagnie più promettenti d’Italia e l’attore del monologo, Fausto Russo Alesi , è nato pure lui nel 1973 ed è vincitore di importanti premi, nonché attore che ha già avuto come registi personaggi del calibro di Gabriele Vacis, Ferdinando Bruni ed Eimuntas Nekrosius, per non fare che qualche nome…   Al di là della nota biografica appena accennata, Natura morta in un fosso va segnalato agli amant

Il Seicento spietato di Vassalli

Con il romanzo  La Chimera Sebastiano Vassalli ha ricostruito la storia di Antonia, strega di Zardino, nata a Novara nel 1590 e morta sul rogo a Zardino (località allora in provincia di Novara) nel 1610. Antonia era una ragazza di notevole bellezza, figlia di genitori ignoti, che trascorse i primi anni della sua vita in un orfanotrofio a Novara gestito da suore. Il destino volle che venisse adottata da una coppia di Zardino che la trattarono come fosse figlia loro, provocando le invidie dei compaesani. Antonia, in quanto esposta (figlia illegittima) prima e adottata poi, dunque in quanto diversa , era una sorta di sorvegliata speciale da parte degli altri abitanti di Zardino che iniziarono a collegare tra loro fatti assolutamente indipendenti l'uno dall'altro fino a costruire un castello accusatorio (in verità assai debole) contro Antonia, colpevole, ai loro occhi, di essere una stria (strega). Denunciata da don Teresio, avido prete del paese, al Santo Uffizio di