Il Sior Todero Brontolon di Pagni e Monti
Il Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni per la regia di Andrèe Ruth Shammah è uno spettacolo complessivamente ben realizzato, in grado di coinvolgere il pubblico, nonostante la presenza di qualche stonatura da imputare a una regia che non brilla per originalità, ma si affida, sostanzialmente, alla bravura degli attori e alla solidità del testo goldoniano. Non aiutano le scene di Alessandro Camera e i costumi di Chiara Boni che paiono troppo “neutri” e “muti”. Venendo, invece, ai punti di forza non si potrà fare a meno di elogiare la compagnia di attori che è compatta, affiatata e padrona dei tempi comici. Eros Pagni disegna, in modo eccezionale, la figura del vecchio brontolone, puntando a una dizione strascicata e all’uso di un tormentone comico («Son paron mi») che, non solo fotografa il personaggio nella sua avarizia, superbia e rusticità, ma coinvolge in un gioco scenico anche il pubblico che non tralascia di pronunciare il «mi» finale del tormentone in sin