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Visualizzazione dei post con l'etichetta cinema

Celentano a colori

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Nel panorama editoriale italiano il volume Le robe di Adriano di Sergio Cotti edito da Bolis è, tutto sommato, un unicum : dedicato a un grande dello spettacolo qual è Adriano Celentano , in esso, oltre ai testi redatti da Cotti stesso, sono presentate, per la prima volta, tutte le copertine dei dischi e, anche, tutte le locandine dei suoi film. E, tenendo a mente il fatto che Celentano festeggia quest’anno i 65 anni di una carriera prolifica e di successo (che ne ha fatto il cantante italiano che ha venduto più dischi, oltre che attore campione di incassi), si può bene immaginare quanto “l’apparato visivo” del volume di Cotti sia corposo e importante. Parte visiva preceduta e accompagnata dai testi sia di Cotti stesso e sia da questi “raccolti” intervistando personaggi dello spettacolo (e non solo) che hanno lavorato a fianco di Celentano o che Celentano hanno conosciuto molto da vicino. Tra di essi vanno sicuramente ricordati Vincenzo Mollica (che firma la Prefazione del volume);...

I corpi di A bigger splash

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A bigger splash di Luca Guadagnino è un film che va visto soprattutto per la straordinaria bravura dei quattro interpreti principali: Tilda Swinton (Marianne); Matthias Schoenaerts (Paul); Ralph Fiennes (Harry) e Dakota Johnson (Penelope). Una recitazione, la loro, volutamente tutta fisica, sottolineata anche dal fatto che il personaggio impersonato dalla Swinton è momentaneamente impossibilitato a parlare, in quanto reduce da un’operazione alle corde vocali. Gli altri personaggi dialogano eccome, ma i loro discorsi non sono importanti: il loro parlare è ininfluente, perché è la dinamica dei loro corpi a essere importante. Lo spettatore è chiamato a osservare cosa capita a quei corpi; come si pongono nello spazio; come reagiscono ai corpi altrui; come si mostrano nudi agli altri e, finanche, come sudano. Sono corpi che dicono tutto, quelli dei quattro protagonisti.  Corpi in cui trattenere le pulsioni o da cui farle esplodere; corpi da cui nascono desideri o repulsioni; corpi...

The Post | L'indipendenza della Stampa

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The Post di Steven Spielberg con Meryl Streep e Tom Hanks è davvero un gran bel film. Non tanto perché in esso viene ricostruito lo scandalo dei “Pentagon Papers” (di cui in Italia si conosce poco), quanto perché è una pellicola assai ben diretta e recitata ancora meglio, in cui viene messo in rilievo il ruolo della Stampa nella società e, parallelamente, quello delle Donne . Spielberg , da gran Maestro della cinematografia, usa un ritmo serrato per raccontare gli eventi e sa dove sintetizzare con pochi fotogrammi e, dove, invece, approfondire la materia, in modo che lo spettatore possa meglio comprendere le scelte sofferte dei protagonisti. Ma, soprattutto, il Maestro di affida completamente all’arte recitativa dei suoi protagonisti. Meryl Streep è semplicemente superba. Riesce, nel corso del film, a rendere palese il mutamento di carattere del suo personaggio (la mitica proprietaria del “Washington Post” Katharine Graham ): da donna abituata a retrocedere di fronte al potere es...

Una scena che nessuno voleva girare

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Intervista di Danilo Ruocco a Luca Borromeo che, con Marco D'Amore , ha girato una scena di bacio gay nel film Drive me home  di Simone Catania . Protagonisti della pellicola sono Marco D'Amore e Vinicio Marchioni .

12 anni schiavo | Il film

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12 anni schiavo di Steve McQueen tratto dalla biografia di Solomon Northup è davvero un gran bel film, benissimo recitato da tutti gli attori e assai ben diretto. La regia di McQueen punta quasi tutto sugli attori, sul loro modo di caratterizzare il personaggio, oltre che sui dialoghi tra i personaggi volti a fare emerge la brutalità del sistema schiavistico statunitense e le basi “filosofiche” su cui poggiava (ossia la dichiarata non appartenenza al genere umano delle persone di colore). A livello narrativo il regista ricorre di frequente ai flashback-ricordi che sono funzionali soprattutto a mostrare allo spettatore le differenze esistenti tra la vita di Solomon “uomo libero” e quella di Solomon schiavo. Ciò ha aiutato il regista a rendere assai bene i fatti narrati nella propria autobiografia da Solomon Northup, anche se pare del tutto assente dalla pellicola un aspetto che, invece, emerge dalla lettura del testo: il razzismo interiorizzato anche dagli stessi sch...

Il coraggio di esserci

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Green Book di Peter Farrelly con Viggo Mortensen e Mahershala Ali è un gran bel film che parla di razzismo, stereotipi, diritti civili e amicizia. La pellicola racconta i due mesi di tournée nel profondo Sud degli Stati Uniti degli anni Sessanta del pianista e compositore Don Shirley che, temendo di subire ritorsioni da parte dei razzisti del luogo (essendo lui un uomo di colore), ingaggiò come autista (facente funzione di guardaspalle) l’italo-americano Frank Vallelonga (padre di uno degli sceneggiatori del film). Durante il viaggio tra uno Stato e l’altro del profondo Sud degli U.S.A. i due uomini - benissimo interpretati da Mortensen (nel ruolo dell’italo-americano) e Ali (in quello del pianista) - imparano a conoscersi e tra loro nasce un’amicizia sincera in grado di durare negli anni. Raccontando la loro storia, il film, tra le altre cose, mostra allo spettatore in modo plastico la differenza che passa tra lo stereotipo e il razzismo. Il primo è un’opinione...

La forza della parola

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L’ora più buia di Joe Wright è un gran bel film che descrive gli sforzi compiuti da Winston Churchill per convincere l’ala più recalcitrante del suo partito a combattere contro Adolf Hitler, invece di trattare con lui. Churchill, infatti, è assolutamente convinto che trattare con il nazista Hitler e con «il suo lacchè» fascista Mussolini porti il Regno Unito a un futuro di sottomissione, mascherata da indipendenza. Per convincere coloro che vorrebbero trattare con Hitler che con il nazista non si tratta, Churchill discute, si incazza, elabora e pronuncia discorsi alla Nazione, assume decisioni spericolate (che, però, si riveleranno essere geniali) nella convinzione che per la libertà si debba tentare l’impossibile. La sua fiducia nella forza della parola è totale, al pari di quella di certi personaggi shakespeariani. Meno forte, invece, la fiducia in se stesso, tanto che ha bisogno di qualcuno che lo conforti e lo sostenga: la moglie, il re Giorgio IV e persino la sua...

La coscienza di Poirot | Assassinio sull'Orient Express di Kenneth Branagh

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Kenneth Branagh riporta sul grande schermo Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie e firma un nuovo capolavoro. Il film si distanzia dal romanzo dell’autrice britannica in molti punti, forse con l’intento di concentrare maggiormente l’attenzione dello spettatore sul personaggio di Hercule Poirot (benissimo interpretato da Branagh stesso). Pur restando una storia “corale”, infatti, il film mette al centro dell’azione proprio Poirot. Lo fa fin dal principio che Branagh sposta a Gerusalemme: Poirot svela alla folla riunitasi ai piedi del Muro del Pianto chi sia il colpevole del furto di una preziosa reliquia.  Egli è al centro della scena, consapevole che gli sguardi sono tutti per lui e sicuro dell’infallibilità del proprio intuito di brillante investigatore. Brillante quanto maniacale: è ossessionato dall'equilibrio cosmico, dalla simmetria, intesa come metafora dell’armonia universale ed è convinto che ciò che interrompe tale armonia, sia errato. ...

La notte degli inganni | Assassinio sull’Orient Express di Sidney Lumet

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Ci sono film che è un piacere rivedere ogni volta che se ne presenti l’occasione, perché sono dei veri capolavori. Uno di tali pellicole è Assassinio sull’Orient Express di Sidney Lumet . Tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie (pubblicato prima a puntate nel 1933 e, poi, in volume l’anno seguente), il film di Lumet (uscito nel 1974) si apre con un antefatto ambientato nel 1930 e ispirato alla Christie da un fatto realmente accaduto: il rapimento e l’assassinio del piccolo figlio dell’aviatore Charles Lindbergh (nel romanzo e nel film chiamato Armstrong e padre di una bimba). L’antefatto è mostrato al pubblico parte in bianco e nero e parte con colori seppiati e ha i ritmi di un reportage giornalistico. Terminato l’antefatto, l’azione si sposta nel 1935 e la fotografia prende i colori “naturali”.  Il racconto dell’omicidio si snoda con ritmi che sembrano calmi e composti (molto “British”): in realtà, la regia di Lumet “gioca” sui contrasti, percepit...

Blade runner 2049 | Strepitoso Ryan Gosling

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Blade runner 2049 di Denis Villeneuve è semplicemente un capolavoro assoluto.  Un film che resterà nella Storia del Cinema come uno dei più belli realizzati finora. La vicenda è ambientata nel 2049, ossia 30 anni dopo il 2019 immaginato da Ridley Scott per il suo Blade runner , cult del 1982, ispirato al romanzo Do Androids Dream of Electric Sheep? , capolavoro del grande Philip K. Dick . Ma per vedere Blade runner 2049 non è assolutamente necessario aver visto il primo film: la nuova trama si comprende e gusta indipendentemente dalla prima pellicola.  Infatti, ciò che va saputo di quanto successo a partire dal 2019 in poi viene raccontato nel nuovo film. Un lungometraggio, quello di Villeneuve, tutto incentrato su alcune domande “cardine” della nostra vita attuale e altre invece che, a causa del galoppante progresso bio-tecnologico, sono destinate relativamente presto a diventare di stringente attualità.  Le due domande principali a cui tenta di ...

Adriano Celentano raccontato da Sergio Cotti

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Intervista video a Sergio Cotti autore del libro Adriano e Celentano. Un po' artista, un po' uomo  edito da Arcana. Nell'intervista Cotti spiega il perché del titolo del libro e racconta quali sono, a suo avviso, le differenza tra l'uomo Adriano e il personaggio Celentano. Inoltre anticipa che alcune interviste a personaggi famosi realizzate per il volume sono state caricate interamente su YouTube e racconta della sua conoscenza personale con Celentano. Infine traccia un bilancio dei 60 anni di carriera dell'artista che ricorrono quest'anno. Il libro di Cotti su Celentano è disponibile su Amazon  

ilMorandini 2017

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Ciò che caratterizza un dizionario dei film e delle serie TV come ilMorandini  edito da Zanichelli sono i giudizi critici che gli autori (Laura, Luisa, Morando Morandini e i loro collaboratori) danno di ogni opera catalogata. Infatti, nonostante la caratteristica sinteticità delle voci del dizionario, in ogni scheda è possibile leggere il giudizio critico sull’opera sia sotto forma di stellette, sia in modo esteso.

Arcaico Macbeth

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Macbeth di Justin Kurzel è un film (del 2015) visivamente potente. Le immagini evocano di continuo il Mistero, la sete di Potere, e la Violenza. Immagini, a volte, quasi dal sapore fumettistico. Altre volte, invece, pare rimandino ai cicli pittorici medioevali. Immagini che raccontano l’ascesa e il declino di una coppia assetata di Potere e pronta a tutto pur di ottenerlo. Immagini che raccontano di una società violenta in bilico tra la legge del più forte e l’ambizione alla codifica di un sistema normativo. Immagini che raccontano di un sentimento religioso in cui paganesimo e cristianesimo si mischiano e si confondono.

Un saggio su "Accattone" di Pasolini

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Franco Citti in una scena di Accattone Accattone è stato il primo film firmato come regista da Pier Paolo Pasolini . Ad esso Stefania Parigi ha dedicato un saggio ( Pier Paolo Pasolini. Accattone ) edito da Lindau. La saggista avverte che  Accattone non ci appare oggi come un fossile riesumato dal passato perché l’inattualità è il suo tratto ontologico già all’inizio degli anni ‘60. E questo perché, il film, lungi dall’essere un documentario sulle borgate romane, era un “ricordo” poetico delle stesse così come si erano presentate al regista una decina di anni prima. Negli anni Sessanta, infatti, anche nelle borgate romane soffiava un debole vento di rinnovamento e iniziavano a farsi sentire le nevrosi da boom economico. Pasolini, con il suo primo lungometraggio, tornava (dopo averla descritta nei romanzi) alla borgata come a un possibile preannuncio di spazi geografici “altri”: quelli del Terzo Mondo effettivamente percorsi filmicamente dal regista qualche anno do...

Il sesso non è peccato

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Il Decameron di Pier Paolo Pasolini è un film che non sente il passare degli anni: uscito nel 1971, mantiene inalterata la sua freschezza e, a buon diritto, può essere definito un capolavoro. Tratto dal Decamerone di Boccaccio, è ambientato in una Napoli medioevale e gioiosa in cui non v’è traccia della peste e in cui risuonano vive e piene di gioia di vivere alcune canzoni napoletane non proprio d’epoca.  Pasolini affronta alcune novelle di Boccaccio senza mediazioni: elimina, infatti, la “cornice” narrativa affidata dal Boccaccio ai narratori e si immerge direttamente nelle storie.  Ciò facendo, cancella dal “presente” filmico il dato della peste (ragione per la quale i narratori boccacceschi si isolano dal mondo e iniziano a raccontare alcune storie per ingannare il tempo), cancellando, con essa, il velo di tristezza e angoscia che la morte porta con sé. Resta, nel film di Pasolini, solo la gioia: il gusto per la beffa; la voglia di vivere; la sessualità v...

Strepitoso Logan Lerman in "Noi siamo infinito"

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Noi siamo infinito è la trasposizione cinematografica, ad opera di Stephen Chbosky , del suo romanzo Ragazzo da parete . Si tratta di un film che, caso abbastanza raro, è più bello e coinvolgente del pur bel romanzo di cui è la trasposizione su grande schermo. Merito non solo del Regista (che, nel caso specifico, è anche l’Autore del libro), ma anche dei tre attori protagonisti che sono stati bravissimi e convincenti in ruoli per nulla facili. Bella, brava e sensibile Emma Watson nel ruolo di Sam, la ragazza di cui Charlie si innamora.  Notevole Ezra Miller nel ruolo di Patrick, il fratellastro omosessuale di Sam, che affronta la parte senza indulgere ad alcuno dei cliché interpretativi cui, purtroppo, certi attori ricorrono per impersonare adolescenti gay. Assolutamente strepitoso Logan Lerman nel ruolo di Charlie. Credibile, emozionante, sensibile, duttile, Lerman con questo ruolo entra di diritto tra la rosa degli attori giovani più bravi del mondo. Noi Siam...

La grande bellezza

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La grande bellezza di Paolo Sorrentino è un film denso come un romanzo e feroce come un pamphlet. In esso il regista descrive e si fa beffe di un ambiente sociale preciso e ben delineato: quello aristocratico e alto borghese fatto di gente nullafacente che tenta di porre rimedio alla noia tra una cena e una festa, tra un evento artistico e una scopata.  Gente morta dentro che perde la vita senza neppure rendersene conto. Persone di dubbio gusto che sporcano, al pari di sozzi scarafaggi, la grande bellezza romana. E non è un caso, forse, che spesso il regista tenda a riprendere tali individui con panoramiche dall’alto: li appiattisce al suolo e ne evidenzia il loro essere miserabile.  Come non è un caso il contrasto ripetutamente segnato dalla regia tra le feste brulicanti e sguaiate, frequentate da tali personaggi, e la deserta e maestosa bellezza di Roma. In mezzo a tali persone si muove, apparentemente a suo agio, il protagonista, impersonato da uno stre...

La Universal rende omaggio al Maestro Alfred Hitchcock

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Una foto promozionale di un film di Hitchcock Da oggi e fino al 22 settembre prossimo a Palazzo Reale di Milano è possibile visitare la mostra Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures . Vengono esibite al pubblico una settantina di fotografie scattate sui set di celebri film del Maestro del brivido, da Psyco a La finestra sul cortile ; da La donna che visse due volte a Gli uccelli (di cui quest’anno ricorre il cinquantenario). Una mostra che nelle intenzioni della Universal Pictures (che l’ha curata) intende portare su pannello i “contenuti extra” che è possibile trovare nei DVD. Oltre alle foto di scena, quindi, in mostra è possibile vedere cinque filmati appositamente realizzati dal critico cinematografico Gianni Canova che illustrano il cinema di Hitchcock e ascoltare alcune delle colonne sonore che tanta parte hanno avuto nei film del Maestro inglese. Proprio la sala dedicata alle colonne sonore , a parere di chi scrive...

Il diario di viaggio di Rodolfo Valentino

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Dal 23 luglio al 21 ottobre 1923 Rodolfo Valentino e la seconda moglie Natacha Rambova viaggiarono in Europa, spostandosi tra Gran Bretagna, Francia e Italia. In tale occasione, su invito della rivista inglese “Picture & Picturegoer”, il divo del cinema italo-americano scrisse un diario di viaggio destinato alla pubblicazione a puntate con il titolo di My Private Diary . Nel 2004 la casa editrice Lindau ha pubblicato il volume con il titolo di Il mio diario privato e l’accorta curatela di Paolo Orlandelli . Si tratta di un volume di piacevole e interessante lettura che rende assai bene cosa significasse nel primo dopoguerra un viaggio in Europa partendo dagli Stati Uniti. Innanzitutto una traversata in transatlantico; l’arrivo in Inghilterra e il soggiorno a Londra; il passaggio in Francia e il soggiorno in una Parigi devastata dalla Prima Guerra mondiale; un viaggio attraverso un’Italia arretrata (rispetto agli Stati Uniti e alla Francia e alla Gran Bret...