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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

Alle origini di Klimt

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Salomè, 1909 Presente a Palazzo Reale di Milano fino al 13 luglio prossimo, la mostra Klimt. Alle origini di un mito curata da Alfred Weidinger in collaborazione con Eva Di Stefano , indaga soprattutto gli anni di formazione e giovanili del grande artista secessionista. Diviso in sezioni tematiche, infatti, l’allestimento mostra diversi lavori giovanili di Gustav Klimt e alcuni suoi capolavori che vengono accostati sia ai quadri di illustri maestri, sia ai lavori dei suoi sodali, il fratello Ernest Klimt e l’amico Franz Matsch , coi quali Gustav lavorerà a stretto contatto per anni. Va ricordato che Klimt, formatosi in una scuola di Arti applicate (e non di Belle arti), espresse la sua arte pittorica e decorativa lavorando con materiali anche assai diversi tra loro e nell’esposizione milanese se ne dà un ampio assaggio, così come molti sono i disegni preparatori che è possibile ammirare a Palazzo Reale (Klimt era un instancabile e abilissimo disegnatore). Ritratto femm

Frammenti di un discorso doloroso

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Pubblicata nel 2012 da Archinto, la raccolta poetica Il giardino e i passi di Carlangelo Mauro si snoda, di pagina in pagina, come un doloroso rosario laico. Le poesie di Mauro, sembrano, infatti, essere frammenti di un unico discorso pieno di dolore, interrotto e ripreso nel tempo infinite volte; «frammenti di un parlare | disperso divenuto fango | pulviscolo sui muri». Dolore, quello presente nei versi di Mauro, espresso con ritegno, con pudore. Dolore per la fragilità dei corpi, destinati a diventare ombre, «scarti da smaltire». Dolore per le voci che risuonano ancora solo nei ricordi. Ricordi evocati puntando l’attenzione sui dettagli, lasciando il resto al passato. A rinforzare la sensazione del frammento, il fatto che le poesie di Mauro non hanno titoli (se non in rari casi) e iniziano tutte con una lettera minuscola, come a voler significare che il primo verso altro non è che il prosieguo del discorso. Un discorso che parla di uomini e donne che non ci son