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Visualizzazione dei post da aprile, 2024

Prigionieri della Parola

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Dopo la Tempesta di Francesco Toscani per la bella regia di Andrea Piazza è uno spettacolo che - si crede volutamente - lascia lo spettatore con alcune domande in sospeso. Al termine della Tempesta di Shakespeare, il mago Prospero rende libero lo spirito Ariel. Nel testo di Toscani, una donna anziana che vive a Milano afferma di essere Ariel. Ella incontra - in un parco pubblico decisamente mal tenuto - un ragazzo e tra i due inizia un’amicizia che, nel breve giro di qualche mese, li porta a condividere le loro solitudini. Ariel, infatti, data l’evidente difficoltà economica in cui versa il ragazzo, offre al giovane ospitalità, chiedendogli in cambio di recitare, occasionalmente, passi della Tempesta di Shakespeare (in realtà sempre la stessa scena). Una richiesta che sembra al ragazzo poco impegnativa, ma che, invece, si rivela carica di conseguenze… Pur non svelando tali conseguenze, non sembra inopportuno elencare alcune delle domande che lo spettatore non può non porsi durante...

Drogati di sostanze e di potere

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Salveremo il mondo prima dell’alba di Gabriele Di Luca per la regia collettiva di Gabriele Di Luca , Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi porta sulla scena un gruppo di ricchi tossicodipendenti costretti a una cura riabilitativa in un centro specializzato sito nell’orbita terrestre. Un gruppo variegato di persone accomunate dalla dipendenza da sostanze chimiche illegali e dall’esercizio “tossico” del potere. Ma - spoiler - se dalla dipendenza chimica è possibile “venirne fuori”, lo spettacolo - nel finale - mostra, invece, come non si esce dalla dipendenza esercitata dall’esercizio tossico del potere. Uno spettacolo, dunque, che non fa sconti alla classe dirigente e non tanto perché drogata di sostanze, ma in quanto drogata di potere. Un potere esercitato per distruggere gli altri e il pianeta; per arricchirsi smodatamente e per il semplice gusto del dominare. Una classe dirigente che non ha una chiara e lucida visione del Futuro, ma neppure dell’immediato! Deficienze mostrate...

La Chiesa di Satana

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Stefano Butti esordisce nella narrativa, in modo assai convincente, con Il manoscritto del Diavolo , romanzo storico edito da Bolis.  L’azione si svolge nel 1555 e coinvolge direttamente un gruppo di chierici impegnati a far sì che il capo di una setta satanica non diventi papa. Il conclave che deve eleggere il successore di Marcello, infatti, è stato convocato e uno dei cardinali maggiormente “papabili” è, in realtà, un satanista spietato. Lo si afferma in un manoscritto (quello del Diavolo del titolo) nel quale si elencano fatti e misfatti della setta satanica e si fa il nome del cardinale che la guida. Manoscritto che è stato sottratto alla setta stessa che vuole recuperarlo. Ma a cercarlo non ci sono solo gli spietati satanisti: anche frate Gregorio, bibliotecario di un convento francescano del Gianicolo, si mette in cerca del manoscritto con l’intenzione di renderlo pubblico, in modo da ostacolare l’ascesa al soglio pontificio del cardinale satanista. Il romanzo si concentra ...