Prigionieri della Parola


Dopo la Tempesta di Francesco Toscani per la bella regia di Andrea Piazza è uno spettacolo che - si crede volutamente - lascia lo spettatore con alcune domande in sospeso.

Al termine della Tempesta di Shakespeare, il mago Prospero rende libero lo spirito Ariel.

Nel testo di Toscani, una donna anziana che vive a Milano afferma di essere Ariel.

Ella incontra - in un parco pubblico decisamente mal tenuto - un ragazzo e tra i due inizia un’amicizia che, nel breve giro di qualche mese, li porta a condividere le loro solitudini.

Ariel, infatti, data l’evidente difficoltà economica in cui versa il ragazzo, offre al giovane ospitalità, chiedendogli in cambio di recitare, occasionalmente, passi della Tempesta di Shakespeare (in realtà sempre la stessa scena).

Una richiesta che sembra al ragazzo poco impegnativa, ma che, invece, si rivela carica di conseguenze…


Pur non svelando tali conseguenze, non sembra inopportuno elencare alcune delle domande che lo spettatore non può non porsi durante lo spettacolo:

  • La donna e il ragazzo - palesemente entrambi disadattati - sono sani di mente?
  • Essi sono disadattati perché, in realtà, sono personaggi della Tempesta shakespeariana?
  • Ariel esiste davvero o è solo “un’ombra” nella mente del ragazzo?


Domande che - lo si ripete - non trovano risposte nel testo.

Ma sembra - però - di poter affermare che - ad ogni modo - i due personaggi vivono la medesima condizione di prigionieri della Parola.

Infatti, pare che la Parola (quella di Shakespeare) provochi su entrambi effetti ben visibili.

Si tratta, infatti, di una Parola che evoca.

E non si scordi che Prospero era un mago (ossia un uomo che padroneggia la Parola e l’adopera a proprio vantaggio) e la scena che - ossessivamente - viene recitata dai due personaggi di Toscani è quella iniziale tra Prospero e Ariel, nel quale il mago chiede allo spirito se ha scatenato la tempesta…

Tempesta che Ariel evoca anche su Milano…


A dare corpo ai due personaggi di Toscani i bravissimi Monica Bonomi (Ariel) e Fabrizio Calfapietra (il ragazzo) che hanno saputo tenere gli spettatori con il fiato sospeso fino alla fine.


Spettacolo di cui si consiglia la visione.

Commenti

Post più visti del mese

Il corpo nudo dello scrittore

La relazione atipica tra Holmes e Watson

Drogati di sostanze e di potere