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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Wilde come Holmes

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Oscar Wilde e i delitti a lume di candela di Gyles Brandreth edito da Sperling & Kupfer nel 2008 è un romanzo giallo assai godibile nel quale il grande Oscar Wilde diventa personaggio e assume i panni dell’investigatore.  Egli, infatti, decide di scoprire chi sia l’assassino di un suo bellissimo giovane amico.  Ad aiutarlo, il suo caro amico Robert Sherard , colui che, fuori dalla finzione romanzesca, morto Wilde, ne diverrà il primo biografo.  Brandreth, nel suo romanzo, finge che a narrare il progredire e gli esiti dell’indagine sia proprio Robert Sherard e, ciò facendo, amplifica il parallelo tra la coppia Oscar e Robert e la coppia Holmes e Watson (narratore delle imprese del noto investigatore, oltre che suo assistente); parallelo che, nella finzione letteraria, Wilde tende a sottolineare più di una volta.  Infatti, indagando, Wilde si ispira ai metodi investigativi di Holmes, da lui molto ammirato.  Un’ammirazione dovuta anche al fatto che egli, nella finzione narrativ

L'esordio di Sherlock Holmes

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Pubblicato nel 1887, Uno studio in rosso di Arthur Conan Doyle è il primo romanzo in cui compare il personaggio di Sherlock Holmes . Oggi, forse, l’interesse che suscita tale libro nei lettori è dovuto soprattutto al fatto che Watson, nella prima parte, vi descrive ampiamente l’amico appena conosciuto.  Chi, quindi, volesse sapere come Sherlock Holmes si presenta ai lettori, al di là di come esso appare nei molti film che lo vedono protagonista, non può non leggere Uno studio in rosso . E va detto che le sorprese sono molte, dato che l’idea che di Sherlock Holmes molti hanno è generata proprio da tanti vecchi film che ne fanno un personaggio a volte assai distante da quello immaginato dal suo Autore. Vale la pena, dunque, vedere come appare Sherlock Holmes al suo esordio sulla scena letteraria. Egli viene descritto come una persona piena di contraddizioni.  Ad esempio è contemporaneamente assai ignorante (tanto da non sapere che la Terra gira attorno al Sole) e molto co

La relazione atipica tra Holmes e Watson

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Sherlock Holmes. Gioco di ombre firmato da Guy Ritchie con Robert Downey Jr. (nel panni di Holmes) e Jude Law (in quelli di Watson) dà seguito alla prima avventura portata sullo schermo dal regista e dai due attori. Il pericolo di cadere nella stanca ripetizione era in agguato, ma il nuovo film è, non solo sicuramente degno del primo, ma, forse, addirittura superiore.  Il fatto è che, ormai, gli spettatori conoscono la rilettura dei personaggi voluta dal regista e questi ha potuto farne un approfondimento, non mancando di aggiungere un personaggio in più che ha dato un tocco di novità e piacevole sorpresa alla trama: “l’altro Holmes”, ovvero, il fratello maggiore di Sherlock, impersonato dal grande Stephen Dry , indimenticabile protagonista del film Wilde . L’avventura in cui sono coinvolti Holmes e Watson è resa sullo schermo in modo assai dinamico: i due ricordano (con richiami visivamente espliciti) i protagonisti di Mission Impossible e di James Bond (specie nella se

Source code

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È disponibile in DVD Source code di Duncan Jones con Jake Gyllenhaal . Il film, di genere fantascientifico, descrive come il protagonista riesca a modificare il presente, conoscendo esattamente ciò che è successo nel passato.  Infatti, il protagonista viene spedito ripetutamente negli otto minuti che precedono un attentato terroristico avvenuto su un treno, al fine di scoprire l’identità dell’attentatore. Lo scopo di chi gestisce l’esperimento è di poter modificare gli eventi nel presente: infatti, conosciuta l’identità del terrorista, si potrà evitare che egli commetta un altro e più efferato attentato (ossia far esplodere una bomba nucleare).  Chi ha progettato l’esperimento, non ha pensato, però, che, conoscendo le informazioni giuste, può essere modificato non solo il presente, ma anche il passato.  Modificare il passato è, infatti, ciò che vuole tentare di fare il protagonista: non solo, dunque, evitare che venga commesso il secondo attentato, ma cancellare dal pr

Il Pianeta delle scimmie. Appunti sulla saga

Non molto tempo fa, in edicola è uscito un cofanetto con i 6 DVD della saga del Pianeta delle scimmie . Ho visto i film e ho preso degli appunti che, finora, non si sono tradotti in un testo compiuto. Pubblico qui gli appunti, divisi per film. 1) Il Pianeta delle scimmie Film pro rispetto dell’ambiente e antimilitarista, soprattutto contro l’uso e lo sviluppo dell’armamento atomico. Contro ogni dogmatismo e per un sapere scientifico indipendente dal potere politico e religioso. Mostra come gli uomini trattano male gli animali, mettendo al posto degli animali gli uomini. Mostra come gli uomini che credono di essere intelligenti, in realtà siano stupidi, in quanto si fanno la guerra e costruiscono armi di distruzione di massa. 2) L’altra faccia del Pianeta delle scimmie Sul pianeta ci sono anche degli esseri umani che comunicano con il pensiero e sono capaci di indurre negli altri stati allucinatori. Dicono di essere contro la violenza, ma adorano una bomba atomica e

Eleonora Duse

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Ritratto della Divina Eleonora Duse e del suo modo di recitare che cambiò radicalmente durante la collaborazione con Gabriele D’Annunzio : da sensuale, infatti, divenne rarefatto.  Nel testo, tra le altre cose, si prendono in considerazione anche i rapporti intercorsi tra la Duse e Arrigo Boito e tra la Divina ed Edward Gordon Craig . Il pdf del saggio è disponibile gratuitamente su Academia .  

Un testo pessimista recitato coi modi della farsa

Ieri sera al Teatro Donizetti di Bergamo è andato in scena un testo di Eduardo De Filippo poco noto al grande pubblico: Le bugie con le gambe lunghe .  La regia era di Luca De Filippo che ne era anche il protagonista. Il testo mette in evidenza come buona parte della società basi i propri rapporti sulla menzogna e come una bugia ripetuta sempre uguale finisca per diventare una verità. Ovviamente, una comunità che costruisce le proprie relazioni sulla menzogna non può ambire alla felicità e segno ne è il fatto che le unioni matrimoniali descritte nello spettacolo sono tutte infelici.  Gli sposi, infatti, pensano sopratutto ai propri interessi e non al bene della coppia/famiglia.  Essi non si legano o non restano legati con il/la partner perché spinti da una necessità del cuore, bensì per sistemare qualche faccenda incresciosa o sistemare loro stessi.  Ognuno, poi, l’amore vero può sempre trovarlo fuori dal matrimonio...  Ovviamente, se scoperti, si deve negare sempre, negare anche

Giorgio Strehler e il mantello delle magie

Cenerentola tra sogno e realtà

Ieri sera al Teatro Donizetti di Bergamo è andata in scena la Cenerentola che il coreografo e regista Giorgio Madia ha tratta dalla favola di Charles Parrault .  Le musiche erano di Gioacchino Rossini e, oltre a quelle tratte dall’omonima opera del compositore, si sono sentiti brani estrapolati dalle sue più celebri opere: ossia dal Guglielmo Tell , dalla Gazza ladra , dal Barbiere di Siviglia , dall’ Otello , dall’ Italiana in Algeri e da altre.  La revisione musicale era del Maestro Giuseppe Acquaviva che ha saputo creare un discorso musicale assai compatto e convincente. Lo spettacolo ha unito in un tutt’uno la danza e il teatro: i protagonisti si muovevano su passi di danza moderna, ma non tralasciavano la recitazione (affidata alla mimica e alla gestualità).  In altre parole, la Cenerentola , oltre e, forse più, che danzata è stata rappresentata. All’aprirsi del sipario il pubblico ha assistito a uno spettacolo di ombre con il quale si è raccontato l’antefatto: il pad

Sieni è lo spettacolo

Buio e Luce; Silenzio e Musica; Corpo e Spazio possono sembrare, e a volte sono, antitetici, ma su tali antitesi il coreografo e danzatore Virgilio Sieni costruisce Solo Goldberg Improvisation presentato ieri al pubblico bergamasco riunitosi al Teatro Sociale. Il palcoscenico è immerso nel buio e sono rischiarate dalla luce solo la zona in cui è posizionato il pianoforte di Riccardo Cecchetti e quella in cui agisce il danzatore. Sarebbe meglio dire, però, che Sieni con la luce ci gioca: ne fa una partner del suo danzare, del suo improvvisare. La usa per illuminare appieno i suoi gesti esatti o solo parte del suo corpo. Il silenzio è alla base dell’agire di Sieni, un danzatore che, quando si muove, sembra non fare rumore, quasi non toccasse il palcoscenico. Unico suono nettamente percepibile dallo spettatore è quello prodotto dal suo respiro, a volte affannoso. Nel silenzio Sieni inizia la sua coreografia che si sviluppa, poi, nella musica. Il corpo di Sieni è al centro dell’at

Luchino Visconti e il cinema melodrammatico

Cacciatore di storie

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Ieri sera il Teatro Sociale di Bergamo ha ospitato il monologo di Vincenzo Mollica Prima che mi dimentichi di tutto .  Si tratta di una conversazione nella quale il noto giornalista del TG1 racconta la sua carriera, centrando il suo discorso soprattutto sugli incontri che lo hanno segnato di più, rivelandosi determinanti anche per la sua crescita umana, oltre che per la carriera. Molti, moltissimi, sono i personaggi famosi con i quali Mollica è venuto in contatto, anche perché le passioni che hanno guidato l’opera e la vita del giornalista sono molte e spaziano nei più diversi campi della cultura: dal fumetto alla letteratura, dal cinema alla musica. Di tutti i personaggi che nomina, Mollica fa un ritratto veloce e ricorda un aneddoto particolare legato alla di lui personale esperienza.  Di alcuni di essi, però, il “cacciatore di storie” (così Mollica si auto-definisce) traccia un ricordo affettuoso: di Lello Bersani (che gli fece dono dei propri contatti); di Federico Fellini (

Il raggiro è una messinscena

Ieri sera, al Teatro Donizetti di Bergamo, la Mandragola di Niccolò Machiavelli ha aperto la rassegna di prosa “Altri percorsi”.  A portarla in scena Ugo Chiti , anche autore della riduzione drammaturgica del testo e della scenografia. Il drammaturgo e regista ha ideato un impianto scenico semplice, ma dal segno forte: al centro della pedana principale ha posto un’altra pedana, visibilmente inclinata.  Al fondo di tale seconda pedana, un’apertura.  La seconda pedana è un palcoscenico e, a differenza della prima, non finge di non esserlo.  Il tutto immerso in una atemporalità accentuata dai costumi, difficilmente identificabili come rinascimentali. Il sipario si apre su un Prologo/Cantastorie che, seduto al centro del palcoscenico inclinato e battendo il palco con un bastone, anima i vari personaggi.  Si tratta di una sorta di burattinaio che dà vita alla scena. Di conseguenza, in base a tale lettura, tutto ciò che viene visto dal pubblico è una recita.  In particolar m