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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

Il Caravaggio segreto di Camilleri

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Pubblicato nel 2007 da Mondadori, Il colore del sole di Andrea Camilleri è un romanzo di rara bellezza.  In esso, Camilleri diventa personaggio e finge di essere avvicinato da uno strano individuo che gli consente di prendere visione di un manoscritto inedito di Caravaggio , nel quale il pittore aveva appuntato alcuni fatti biografici.  Nel mentre leggeva avidamente l’inedito, il noto scrittore siciliano ne trascriveva alcuni brani che poi sarebbero confluiti nel libro dato alle stampe. Una trovata, questa, che consente a Camilleri di giocare su due piani narrativi: quello della contemporaneità e quello seicentesco nel quale visse il pittore. Il tempo della contemporaneità dà a Camilleri la possibilità, non solo di farsi personaggio, ma di descrivere sia gli avvenimenti che hanno portato al ritrovamento dell’inedito (e alla lettura del medesimo da parte dell’Autore), sia il metodo da lui seguito nello scegliere le parti del testo caravaggesco da trascrivere. Il tempo coevo a

Le campane zittiscono Gaber

Nei film di Don Camillo e Peppone quando quest’ultimo teneva un comizio di piazza, il primo suonava le campane fino allo sfinimento pur di disturbare il comunista e indurlo al silenzio. Ieri sera, i tradizionali 100 colpi del Campanone (la Torre Civica) di Città Alta hanno indotto Maddalena Crippa , intenta a riproporre le parole di Gaber, a interrompere momentaneamente lo spettacolo perché il suono delle campane, le impediva di “prendere la nota”. Ovviamente chi ieri alle 22 ha battuto i 100 colpi non aveva alcuna intenzione di zittire Gaber, ma l’effetto raggiunto ha ricordato, in chi scrive, proprio Don Camillo e Peppone.  Va detto, per amore di cronaca, che Maddalena Crippa ha risolto brillantemente l’interruzione e il pubblico ha partecipato divertito all’episodio. Merito, probabilmente, del clima di partecipazione che il testo di Giorgio Gaber e Sandro Luporini e la bravura di Maddalena Crippa hanno saputo creare.  Un clima di partecipazione che sempre, “magicamente”,

Cigni cui è stato sparato nelle ali

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Ieri sera al Teatro Donizetti di Bergamo è stata eseguita la messa funebre del Lago dei cigni di Pëtr Il'ič Čajkovskij per la coreografia scialba e convenzionale di Alexander Vorotnikov . Una coreografia che ha portato la danza classica indietro di decenni, con una sconfortante diminuzione di ruolo dei danzatori di sesso maschile, ridotti, nei passi a due, alla funzione di porteur .  Roba che non si vedeva più nei teatri dai tempi dello Zar di tutte le Russie! Qui, ora, non si vuol negare ad alcuno il diritto di guardare alla tradizione del balletto classico, ma non si può tacere il fatto che rifarsi alla tradizione senza tenere ben presente l’evoluzione di un’arte significa uccidere l’arte stessa.  In altre parole, chi pensa che si possa ancora eseguire un balletto classico con gli stessi movimenti e le stesse coreografie dell’Ottocento non ha bene in mente il fatto che il balletto classico è un’arte e non una masserizia da rigattiere.  E l’arte è, soprattutto, inte

Un libro vecchio

La doppia seduzione di Francesco Orlando edito quest’anno da Einaudi è un libro vecchio. Vecchio per la scrittura desueta utilizzata. Densa e ornata, è vero, ma proprio per questo vecchia e non più vicina alla lingua del lettore odierno che, perciò, trova faticosa la lettura di molti paragrafi del romanzo. Vecchio per la costruzione del personaggio di Ferdinando la cui sofferenza è troppo insistita e la bassezza del carattere portata a conseguenze troppo estreme per risultare verosimili. Vecchio per l’epilogo tragico e dal sapore castigatorio che vuole che il giovane omosessuale Ferdinando decida di suicidarsi per porre fine alle proprie sofferenze e alla propria vergogna. Un romanzo, quello di Orlando (recentemente scomparso) che ha avuto la sua prima stesura durante gli Anni Cinquanta, durante i quali la vicenda è ambientata, per poi essere riscritto nell’ultimo decennio. L’ambientazione datata potrebbe far supporre che il tormento di Ferdinando (dovuto allo scoprirs

Un Caravaggio che non emoziona

Ieri sera al Teatro Sociale di Bergamo è andato in scena Caravaggio del coreografo Matteo Levaggi . Si tratta di un balletto composto da diversi quadri che non compongono un’unità narrativa, ma, a detta del coreografo, sono riuniti sotto il titolo Caravaggio perché ispirati dal grande Maestro della pittura. Va detto subito che i danzatori in scena sono tutti all’altezza e che il primo ballerino Vito Pansini è davvero bravissimo. Va aggiunto che le figure pensate dal coreografo sono visivamente assai gradevoli e le musiche di Giovanni Sollima , per quanto a volte dissonanti, non disturbano. Si completi il quadro con il fatto che in scena si esibisce dal vivo anche il bravissimo sopranista Massimo Castagno in un’aria assai azzeccata: un madrigale che fa molto ambientazione caravaggesca. Ciò detto, però, va confessato il fatto che durante l’ora di spettacolo non si viene mai coinvolti da un fremito emozionale. Tutto è freddo. Distaccato. Eseguito bene ma lontano. Un peccato. Fors

I costruttori di fango

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Il cimitero di Praga di Umberto Eco è un romanzo che narra le vicende di un falsario di documenti che, prezzolato da diversi poteri forti (lo Stato francese, la Compagnia di Gesù, l’Impero Russo...), inventa una colossale macchina del fango contro ebrei e massoni. Tale falsario si chiama Simone Simonini e, come informa l’Autore a fine romanzo, è l’unico personaggio di fantasia di tutta la vicenda narrata: gli altri personaggi sono davvero esistiti e hanno davvero pronunciato le parole che l’Autore fa dire loro nelle pagine del libro. Simonini, dunque, nel corso della sua intera vita (che si immagina immersa in pieno Ottocento), costruisce riga dopo riga un colossale falso che, pubblicato in Russia a inizio Novecento, per decenni è stato ritenuto vero da quanti l’hanno usato per giustificare i loro orrendi crimini ai danni del popolo ebraico: i Protocolli dei Savi di Sion .

Il folle teatrino di Prospero

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La tempesta da Shakespeare adattata da Andrea De Rosa è un’opera in molte parti lontana sia dal testo originale, sia dalla realizzazione scenica che dell’opera fece Giorgio Strehler che, in Italia e non solo, è visivamente un riferimento certo per quanti si occupano di teatro. La tempesta per l’adattamento e la regia di De Rosa è un’opera in molti punti nuova.  Operazione interessante, ma che dà l’idea di poter essere maggiormente sviluppata e completata, magari anche grazie all’apporto di attori di matrice differente da quella cui, invece, sembrano appartenere gli attori della compagnia che De Rosa ha voluto.  Ovvero, servirebbero attori che provengono dalle fila del teatro sperimentale e non attori di scuola tradizionale. La realizzazione scenica della Tempesta di De Rosa, infatti, presuppone una volontà di sperimentazione che difficilmente si acquisisce in poche repliche. De Rosa, infatti, ambienta il testo di Shakespeare in uno spazio neutro che si fa contemporaneamente spa

Quando la Divina andava in tournée

Fino al 23 gennaio 2011 è visibile nel Salone Centrale del Complesso del Vittoriano a Roma la mostra Il viaggio di Eleonora Duse intorno al mondo  (ingresso gratuito) curata da Maurizio Scaparro , Maria Isa Biggi e  Alessandro Nicosia . Si tratta di un’esposizione che raccoglie materiali provenienti da varie istituzioni tra cui l’Archivio Duse della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, il Museo Teatrale del Burcardo di Roma e il Museo Civico di Asolo al fine di dare un’idea di quanto la Divina Eleonora Duse fosse conosciuta e apprezzata non solo in patria, ma anche all’estero, dove si recò a portare il vento rinnovatrice della sua arte.  Un’arte, la sua, capace di affascinare e sorprendere sia uomini di teatro che da lei furono ispirati, sia semplici spettatori che si recavano a teatro per sentirla recitare anche se, molti di loro, ignoravano la lingua italiana. L’attrice recitò nei teatri di tutto il mondo: ella fece, ad esempio, tournée in Sud America, in Egitto, in Russia, negli