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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

The History boys - Il film

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Portato sugli schermi nel 2006 dallo stesso cast che ne aveva decretato il successo a teatro, The History boys (disponibile in DVD) è un film davvero molto ben fatto che, in Italia, non è conosciuto quanto dovrebbe. La regia è di Nicholas Hytner e la sceneggiatura di Alan Bennett (già autore del testo teatrale) che si incarica di rendere visive (e, dunque, cinematografiche) certe scene che nel testo vengono solo riferite. Ecco, allora, che, mentre Dakin racconta ai compagni i propri progressi erotici, nel film il regista li mostra e il suo incontro con la giovane Fiona diventa una scena indipendente, diversamente da quanto accade a teatro, dove resta un racconto e Fiona non compare mai in scena. Altra differenza sostanziale tra il testo teatrale e la sceneggiatura sta nel fatto che il primo è un lungo flash back (essendo tutto già avvenuto), mentre la sceneggiatura fa procedere il film su una linea temporale lineare. Un forte richiamo all’origine teatrale della storia lo si

L'urgenza del dire

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Uscito nel 2011 nella collana “Inediti d’autore” del Corriere della Sera, Profezia di Sandro Veronesi è un piccolo gioiello. In esso, Veronesi racconta gli ultimi mesi di vita di suo padre, morto (solo pochi mesi dopo la scomparsa della madre dello scrittore) a causa di un cancro che gli consuma il corpo. Veronesi ricostruisce la fine del padre come se essa non fosse già avvenuta: la racconta al futuro, come si trattasse di una profezia (quella che dà il titolo al racconto).  Una profezia dettagliatissima, quella di Veronesi, detta tutta d’un fiato; praticamente di corsa: il racconto è quasi del tutto privo di punti fermi e la punteggiatura, in questo caso, è segno di un’urgenza del dire. Come se l’autore volesse scaricare il (doppio) lutto nella pagina. Come se stesse raccontando le sofferenze del “padre suo” per alleggerire il proprio tormento e lo stesse facendo in preda a un’ansia d’avvertimento: una sorta di premonizione universale (ed ecco anche perché l’uso esclusivo