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Visualizzazione dei post da giugno, 2006

Hip hop italiano

Ieri sera, nell’ambito del Festival DanzaEstate 2006, sono stati presentati due spettacoli di hip hop creati da coreografi italiani: il primo, Energy , era il saggio del corso avanzato del CSC Anymore; il secondo, Haiku , il nuovo spettacolo dei Da Cru project, presentato a Bergamo in prima nazionale.  Va subito detto che lo spettacolo eseguito dagli allievi è stato perfettamente gradevole: danzato bene, con “energia” e con grinta.  Certo, si sta parlando dell’esibizione di giovani allievi; ma, rispetto ad altri saggi cui si è avuto modo di assistere, Energy si configura come un prodotto di buon livello. Complimenti, quindi, alla scuola e alla coreografa Barbara Cattaneo .  Altro discorso e altro metro di giudizio per lo spettacolo Haiku : i danzatori in esso impegnati sono a un livello “superiore”: hanno una classe e una fluidità nei movimenti davvero notevole e sono in grado di mitigare l’aggressività insita nel genere con innesti di danza moderna.  In altre parole, è come se aves

Il teatro di guerra

Soli. Uniti. Divisi. Tutti contro uno.  Simona Bucci ha presentato al pubblico bergamasco del Festival DanzaEstate 2006 il suo I rimasti .  Si tratta di uno spettacolo che definire di danza moderna pare alquanto riduttivo: si tratta, infatti, di vero e proprio teatro, seppure non parlato, quanto agito. Gli attori-danzatori, tutti egualmente molto espressivi, comunicano con il pubblico attraverso il linguaggio del corpo e del volto, non tralasciando di usare gli arredi scenici per condurre a termine il loro racconto.  Il loro discorso è chiaro e inequivocabile, lampante.  Il gruppo di derelitti che il pubblico vede seduto su delle panche di un anonimo androne dà vita ai propri incubi e alle proprie manie (fatte di gesti ossessivamente ripetuti) che sfociano nella tragedia.  Tale gruppo, all’inizio, è composto da individui “rimasti” soli.  In seguito, tali persone, si uniscono e costituiscono un gruppo.  Un gruppo unito per far fronte a un attacco esterno, una vera e propria azione

Omaggio al classico

La Compagnia Balletto Classico Liliana Cosi e Marinel Stefanescu , nell’ambito dell’edizione 2006 del Festival DanzaEstate, ha portato a Bergamo il suo Omaggio al classico .  Si tratta di uno spettacolo che assembla diversi pezzi danzati su brani di musica classica non necessariamente scritti dai compositori per essere coreografati.  Ne risulta uno spettacolo un po’ frammentario, ma complessivamente piacevole, seppure leggermente prolisso.  La mancanza di un filo narrativo unitario si avverte soprattutto nei passi a due (peraltro i momenti in assoluto migliori dello spettacolo): alla fine, il pubblico è come se avesse assistito alla stessa storia d’amore narrata più e più volte…  Si è detto che i passi a due sono i momenti migliori dello spettacolo.  In realtà, catturano l’attenzione del pubblico anche gli assolo.  Il merito, in entrambi i casi, lo si deve principalmente alla bravura dei danzatori.  Tra essi una menzione speciale va sicuramente al giovane Rezart Stafa , danzatore di

Aspettando la bella copia

Appunti per un film sulla lotta di classe di e con Ascanio Celestini dà l’impressione di non essere uno spettacolo completamente rodato, ma anzi in fase di sperimentazione.  Evidentemente, gli “appunti” di cui parla il titolo vanno presi alla lettera e, quindi, per un giudizio definitivo sullo spettacolo bisognerà inevitabilmente aspettare la bella copia.  A differenza di altri spettacoli di Celestini di cui si è stati spettatori, questi Appunti… paiono piuttosto frammentari e dai ritmi a volte un po’ lenti.  Per non dire che alcuni “tormentoni”, alla fine, quando vengono spiegati, risultano alquanto cerebrali, perdendo molto della loro carica evocativa e perfino poetica, come è il caso della affermazione «Io sono capace di passare attraverso i muri» ripetuta con insistenza nel corso dello spettacolo.  Surreale e carino l’incontro al supermercato con Dio e giustamente carico di valenze politiche il ritratto del telefonista del call center che guadagna solo per i primi 2 minuti e

Il bambino in cerca di un adulto da amare

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Il bambino incantato di Rachid O. è un romanzo autobiografico nel quale il giovane Rachid (classe 1970) racconta la sua infanzia e adolescenza vissuta in Marocco.Rachid O. scrive in francese e usa una lingua piana, semplice. È una lingua, la sua, lontana da complicate forme letterarie e molto vicina al parlato. E tale lingua influisce sulla dimensione del racconto e del rapporto autore-lettore: il fruitore, infatti, ha la sensazione di ascoltare la narrazione direttamente dalle labbra di Rachid senza la mediazione della scrittura. Una narrazione “orale”, dunque, quella di Rachid O.