Hip hop italiano

Ieri sera, nell’ambito del Festival DanzaEstate 2006, sono stati presentati due spettacoli di hip hop creati da coreografi italiani: il primo, Energy, era il saggio del corso avanzato del CSC Anymore; il secondo, Haiku, il nuovo spettacolo dei Da Cru project, presentato a Bergamo in prima nazionale. 

Va subito detto che lo spettacolo eseguito dagli allievi è stato perfettamente gradevole: danzato bene, con “energia” e con grinta. 
Certo, si sta parlando dell’esibizione di giovani allievi; ma, rispetto ad altri saggi cui si è avuto modo di assistere, Energy si configura come un prodotto di buon livello. Complimenti, quindi, alla scuola e alla coreografa Barbara Cattaneo

Altro discorso e altro metro di giudizio per lo spettacolo Haiku: i danzatori in esso impegnati sono a un livello “superiore”: hanno una classe e una fluidità nei movimenti davvero notevole e sono in grado di mitigare l’aggressività insita nel genere con innesti di danza moderna. 
In altre parole, è come se avessero europeizzato una danza tipica dei ghetti di New York. 
Davvero, eccezionale, poi, la bravura di Omid Walizadeh che ha mixato dal vivo le musiche dello spettacolo. 
Ciò che, però, non convince pienamente di tale nuovo spettacolo è l’idea coreografica di Marisa Ragazzo e Omid Ighani: poco comprensibile e a tratti noiosa. 
Alcune “figure” erano ripetute con insistenza e, complessivamente, lo spettacolo era poco comunicativo e quasi per nulla emozionante.

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