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Visualizzazione dei post da giugno, 2005

Strepitosa Declaraciòn

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Giovedì scorso, in prima nazionale, nell’ambito del Festival Danza Estate, è stato presentato a Bergamo il nuovo lavoro della Compagnia Naturalis Labor: Declaraciòn per le coreografie di Luciano Padovani , Margarita Klurfan e Walter Cardozo e l’interpretazione dei medesimi affiancati anche da Martina Cortelazzo e Silvia Gribaudi .  Va subito detto che si tratta di uno spettacolo intenso, coinvolgente, sensuale e, soprattutto, vero.  Vero perché mostra la gamma variegata dei sentimenti d’amore che, di per sé, sono impudichi (quando intensi) e li mostra in modo impudico (seppur, ovviamente, con tutta l’arte di cui questi danzatori sono capaci).   La storia è semplice: in una sala da ballo (fatta di sedie, radio, tavolini) si incontrano due uomini e tre donne.  L’incontro scatena la sensualità e apre la strada al sentimento d’amore.  I corpi si incontrano, si scontrano, si intrecciano con movimenti di tango argentino e di danza moderna.  Sono corpi che chiedono di appartener

Dal materiale al trascendentale: la montagna dei Kataklò

Dopo il trionfo di Kataklopolis , tornano a Bergamo (in occasione del Festival DanzaEstate) i Kataklò con Up Verticali Energie per la coreografia di Giulia Staccioli . Nella serie di quadri presentati al pubblico i danzatori-atleti riproducono alcune situazioni tipiche della montagna: dalla scalata in cordata, alla discesa sulla pista da sci.  Ogni quadro è in sé concluso, anche se entra nella visione unitaria che lo spettacolo vuole trasmettere della montagna: un luogo per nulla statico e immutabile, ma, anzi, vitale e dinamico.  Un luogo che si conquista con fatica e sudore: la fatica della salita in cordata o con lo zaino in spalla (e nel caso dei Kataklò lo zaino non può che essere una danzatrice tenuta sulle spalle da un danzatore); un luogo dove passare pomeriggi spensierati sull’altalena (la seduta della quale è una danzatrice); ma anche un luogo misterioso e pieno di fascino e vissuto da animali orgogliosi della loro agilità. Ma la montagna, per i Kataklò, è anche u

Segretaria di Hitler

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Feltrinelli Real Cinema pubblica il documentario Segretaria di Hitler di André Heller e Othmar Schmiderer che ha vinto il Premio del pubblico alla Berlinale del 2002.  Si tratta di una lunga intervista a Traudl Junge che dal 1942 fino alla fine della guerra fu una delle segretarie di Hitler.  Assieme al DVD, Feltrinelli pubblica anche un volume che ripropone alcuni appunti della Junge già apparsi in volume e parte di un testo celebre di Hannah Arendt : La banalità del male .   Ed è proprio partendo dal titolo del saggio della nota studiosa ebraica che si potrebbe definire il racconto fatto dalla Junge degli ultimi giorni di Hitler nel bunker: la banalità del male.  Hitler, infatti, appare come un uomo di mezza età del tutto banale: lavora, gioca con il suo cane, ha un tranquillo rapporto con Eva Braun, tratta i dipendenti con bonaria paternità.  È vero, ha le sue piccole manie, ma si tratta di cose di poco conto, del tutto banali: è un igienista e segue una scrupolosa d

Moravia da piccolo

Può capitare, leggendo un libro di uno scrittore famoso, di chiedersi come fosse l’autore da giovane. Spesso, infatti, i lettori sono a conoscenza di tanti particolari riguardanti la biografia da adulto di un romanziere, ma pochi o quasi nessuno sulla vita dell’autore da bambino. Se, poi, lo scrittore di cui si vorrebbero notizie ha pubblicato anche romanzi nei quali protagonisti ne erano adolescenti o ragazzini, allora la curiosità di saperne di più sulla vita stessa dell’autore potrebbe farsi più intensa.  Tra i romanzieri che si sono sempre dimostrati restii a parlare della propria infanzia figura Alberto Moravia , autore di grandi capolavori della letteratura come Gli indifferenti , Agostino , La ciociara , Il conformista e tanti altri titoli che, come quelli che sono appena stati elencati, oltre ad aver appassionato i lettori, hanno anche emozionato gli spettatori, essendo diventati dei film di successo e, a volte, dei veri e propri capolavori del cinema. Moravia, dunque, per g

A chi toccherà stasera?

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Antonio Syxty porta in scena al Teatro Litta di Milano Il calapranzi di Harold Pinter , uno dei testi classici del Novecento.  La storia è quella inquietante dei killer professionisti Ben e Gus che si trovano chiusi in una stanza sotterranea in attesa di compiere il loro ennesimo omicidio.  Come sempre nessuno dei due è a conoscenza del nome della vittima e come sempre aspettano di volta in volta comandi provenienti dal capo della misteriosa organizzazione di cui fanno parte.  Ma dall’ultimo “lavoro” i due sono nervosi: l’ultima vittima era una ragazza e il suo corpo martoriato è ancora nella memoria di Gus.  A chi toccherà stasera? Si chiedono con agitazione i due, agitazione accresciuta da ciò che succede nella stanza sopra di loro, dalla quale provengono strane ordinazioni culinarie per mezzo del calapranzi del titolo (che, nella versione di Syxty è un monitor televisivo).  Alla situazione i due reagiscono in modo diverso e apparentemente opposto: Gus continua a porre