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Visualizzazione dei post da ottobre, 2006

Tamara perversa e sensuale

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A Palazzo Reale di Milano, fino al 14 gennaio 2007, è possibile visitare la mostra dedicata alla grande Tamara De Lempicka (Varsavia 1898 – Cuernavaca 1980). La curatrice Gioia Mori ha selezionato 60 dipinti (scegliendo quelli forse più belli e famosi dell’artista) e 10 disegni e ha diviso il materiale in 12 sezioni, dando, in tal modo, una panoramica esaustiva dell’attività pittorica di Tamara. Ma chi era Tamara De Lempicka? Era una delle donne più affascinanti degli anni Venti e Trenta del Novecento; una di quelle donne del jet set in grado di dettare il gusto. Era un’artista dell’Art Déco tra le più importanti, se non la più importante in assoluto. Ma, soprattutto, Tamara era una pittrice perversa e sensuale. Una pittrice in grado di fissare sulle sue tele gli sguardi e gli atteggiamenti conturbanti di una nobiltà snob ed equivoca, amante della vita e dei piaceri (anche di quelli proibiti). Una pittrice le cui donne (contesse, marchesi e duchesse) assumono pose da lascive pro

Sviene o si addormenta?

Ieri sera è andata in scena al Teatro Donizetti di Bergamo una brutta versione dell’ Anna Bolena di Felice Romani e Gaetano Donizetti .  A dirigerla il Maestro Fabrizio Maria Carminati , fischiato dal pubblico della prima.  Nel ruolo del titolo Dimitra Theodossiou che, nonostante non abbia convinto pienamente, è stata, invece, applaudita dal pubblico.  Si tace, per ritegno, sugli altri interpreti dell’opera e si passa con decisione a parlare della regia di Francesco Esposito .  Si tratta, forse, di una delle peggiori realizzazioni spettacolari che mi sia mai stato dato di vedere (e assicuro che a teatro sono andato spesso).  Si sospetta che Esposito, nella sua vita, avrebbe, forse, voluto fare il fotografo e non il regista teatrale: mai visto uno spettacolo dove gli interpreti raggiungono la fissità della morte.  Praticamente, se si fosse potuti – a mo’ di videoregistratore – procedere con “l’avanti veloce”, gli interpreti e il coro sarebbero sembrati ugualmente immobili.  Una noi

La rossa pazzia di Lucia

Trionfo per la prima di Lucia di Lammermoor di Cammarano e Donizetti diretta da Antonino Fogliani per la regia di Francesco Esposito al Teatro Donizetti di Bergamo.  Nel ruolo della protagonista una assai brava Désirée Rancatore che ha saputo rendere pienamente la delicatezza mentale e fisica di Lucia che, a causa di un amore infelice, impazzisce.  La trama della Lucia di Lammermoor è nota e non brilla per originalità: un amore contrastato per ragioni politiche conduce alla tragedia: lei (Lucia) impazzisce e lui (Edgardo) si suicida.  Ciò che forse va sottolineato è il modo impiegato da Donizetti per rendere la pazzia di Lucia: l’uso di una musica delicata.  Lucia, infatti, sente «un’armonia celeste» e Donizetti tenta riprodurla nello spartito.  E, va detto, il quadro della pazzia di Lucia è quello meglio riuscito dello spettacolo: il regista ha voluto che Lucia entrasse in scena scendendo i bianchi gradini di una ripida scala.  Ella è di bianco vestita e, mentre scende, perd