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Visualizzazione dei post da luglio, 2009

L’alfabeto della vita

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Per imparare a leggere e scrivere è essenziale, in occidente, conoscere l’alfabeto. Anche per imparare a leggere nelle persone, nei loro desideri, nei loro sentimenti è essenziale conoscere la lingua segreta di ognuno di noi, il nostro personalissimo alfabeto. Paola Presciuttini ha scritto un bel romanzo snodando la storia sul ritmo lento (e al contempo veloce) dell’alfabeto: 26 lettere (26 capitoli) necessarie perché i due protagonisti della vicenda possano leggere l’uno nell’anima dell’altro, ma, soprattutto, nella propria. Due protagonisti singolari, ognuno di loro, a suo modo e senza averne la volontà, ai margini della società italiana: Beatrice, una trans e Nazim, un marocchino immigrato. Si conoscono per caso e per caso nasce tra i due una intensa amicizia non scevra da attrazione. Beatrice si offre di insegnare a Nazim a leggere e Nazim insegna a Beatrice il rito del tè. Intanto approfondiscono la propria conoscenza, portandola fino in fondo, fino al punto che la

Varvaro Arlecchino siculo

Il volto severo di Modigliani a Palazzo Reale

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Fino al 6 luglio 2003 a Palazzo Reale di Milano è stata visibile la mostra Amedeo Modigliani. L'angelo dal volto severo a cura di Marc Restellini che a Parigi è stata vista da mezzo milione di visitatori. Va detto subito che, rispetto all'allestimento parigino, quello milanese ha presentato delle importanti novità espositive, tra cui l'aggiunta al nucleo originario di altre opere di Modigliani e, soprattutto, la sezione dedicata all'ultima compagna dell'artista, la giovanissima Jeanne Hébuterne , pittrice a sua volta, morta suicida a soli 22 anni la notte stessa in cui si spense il trentacinquenne Modigliani. I dipinti della Hébuterne, esposti per la prima volta al mondo, danno della giovanissima compagna di Modigliani l'immagine di una pittrice matura, in grado, anche, di influenzare la creatività del suo geniale amante (e non solo di esserne influenzata). La sezione a lei dedicata, con l'esposizione di disegni e una ventina di dipinti, si configura c

Far poesia con la danza

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Ieri sera, al Teatro Sociale di Bergamo, André Curti e Artur Ribeiro (ovvero i Dos à deux) hanno presentato il loro Aux pieds de la lettre. Parlare di spettacolo di danza appare riduttivo (nulla togliendo al valore e alla capacità narrativa della danza).  Tale meraviglioso spettacolo, infatti, trascende la danza e si fa poesia.  Poesia senza parole, ma gestuale.  Il “testo” racconta la vita quotidiana di due pazzi. Uno dei due sente le voci e vuole trascrivere ciò che “ascolta” su carta, l’altro è ossessionato dalla pulizia (specie di quella dei propri piedi).  Lo “scrittore” usa il compare a mo’ di macchina per scrivere (e dal corpo dell’amico alienato escono davvero fogli di carta che vengono regolarmente cestinati dopo una sommaria lettura). A intervallare e a interrompere la ritualità della scrittura e della pulizia dei piedi intervengono sia oscuri personaggi (che mai si vedono) che calano dall’alto la borsa della medicina (e, allora, inizia la “danza delle pillole”

I divi di Annie Leibovitz

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Fino al 6 settembre 2009 si fermerà a Madrid la mostra dedicata alla grande fotografa Annie Leibovitz che, da molto tempo, sta girando il mondo toccando importanti città: Life of a photographer 1990-2005 . L'esibizione mette in mostra 220 fotografie sia pubbliche, sia private: si va dagli scatti a grandi personaggi pubblici (come i Presidenti degli Stati Uniti Clinton e Bush ), a quelli che ritraggono la famiglia d'origine della fotografa americana o la compagna di vita Susan Sontag .  Non mancano reportage da zone di guerra e paesaggi. Le foto nelle quali la Leibovitz sembra davvero dare il meglio di sé sono quelle che ritraggono i divi della cinematografia.  In mostra ce ne sono parecchie.  Tali scatti spiccano perché in essi sembra che la fotografa sia riuscita a fare emergere uno dei lati intimi e privati del/la divo/a fotografato/a.  Ecco, allora, la dolcezza di Leonardo DiCaprio , la potente sensualità di Brad Pitt , l'algida eleganza di Nicole Kidman , la m

Matisse affascinato dalla visione e dal movimento

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Fino al 20 settembre 2009 presso il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid è possibile visitare la mostra dedicata alle opere dipinte da Matisse tra il 1917 e il 1941.  In quegli anni l'artista lasciò Parigi per Nizza con l'intento di dedicarsi appieno alla pittura.  Ne conseguì l'abbandono da parte di Matisse di quella che lui stesso ebbe a definire “pittura decorativa” a favore di un tipo di espressione più intima, casalinga. L'esposizione madrilena mette in mostra mostra una serie di ritratti ambientati in interni borghesi, di scene di vita quotidiana, ma anche di donne nude mollemente adagiate su poltrone e divani. Spicca il fatto che Matisse dipingesse più volte lo stesso  soggetto, modificando qualche particolare o mutando di poco il punto di vista, quasi che, con la sua pittura, stesse teorizzando sul concetto di visione. Che Matisse fosse affascinato dalla visione lo dicono bene tre quadri: Il riflesso (del 1935) nel quale una donna è riflessa