La paura che castra
Humpday è stato presentato in Italia come un film comico: una pellicola con la quale si ride guardando due uomini eterosessuali che decidono di realizzare un film porno-gay per partecipare a un festival del cinema di genere. Il guardare in faccia, da parte dei due protagonisti, l’omofobia, dovrebbe indurre il pubblico in sala alla risata. In realtà, Humpday è un film che ispira tanta tenerezza. I due protagonisti, vinti dalle loro paure, non suscitano, infatti, né ilarità, né compassione, bensì, appunto, tenerezza. Si prova, infatti, tenerezza di fronte a due giovanottoni sulla trentina che hanno talmente tanta paura dell’atto omosessuale da restare bloccati in una eterosessualità che non pare gioiosa, nonostante uno sia una specie di tomber de femme e l’altro dichiari di essere felicemente sposato. Di fronte a loro stessi in mutande, ai loro corpi di uomini con la pancetta, i due amici di lunga data si bloccano e cercano disperatamente ogni scusa per non proseguire nel loro pia