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Visualizzazione dei post da marzo, 2005

Edoardo II

Edoardo II di Christopher Marlowe (1564 – 1593), tragedia in versi in cinque atti, fu rappresentata per la prima volta a Londra nel 1592 (poco prima che i teatri fossero chiusi a causa della peste) e stampata postuma due anni dopo ( tradotta per la prima volta in italiano solo nel 1914 da Raffaello Piccoli per la casa editrice Laterza ). Essa porta in scena avvenimenti svoltisi tra il 1307 e il 1330, ovvero dalla ascesa al trono di Edoardo II alla morte di Mortimer junior, suo odiato nemico.  Per il lettore odierno (che, almeno in Italia non ha spesso modo di assistere alla messinscena della pièce ), è, però, difficile rendersi conto che gli avvenimenti che vi si succedono coprono un arco temporale di ventitrè anni: si ha, invece, la spiacevole impressione che tutto precipiti inesorabilmente in breve tempo e che vi sia un’inverosimiglianza palese nella scansione dei fatti che fanno sì che in una scena un personaggio si trovi in Inghilterra e nella scena immediatamente

L’Alessandro Magno di Pietro Citati

Alessandro Magno aveva l’abitudine di tenere il collo lievemente inclinato verso sinistra, come chi indugia riflettendo intorno a se stesso o a qualcosa.  Così inizia il racconto-biografia che Pietro Citati dedica ad Alessandro Magno e che Adelphi ha ripubblicato recentemente (il testo era apparso nel 1974). Si tratta di un saggio breve (una sessantina di pagine) davvero bello e che vale la pena non lasciarsi sfuggire, anche perché al dato biografico vero e proprio, Citati unisce una sapienza narrativa e una sensibilità sue proprie.  Ecco, allora, che Citati può guardare ad Alessandro sia dal punto di vista di uno dei tanti biografi del grande condottiero, sia da quello del narratore della vita avventurosa di un ragazzo che  Se si fosse accontentato di leggere libri, ora […] sarebbe soltanto uno di quei bellissimi giovani morti anzi tempo, ai quali Kavafis dedicò le sue lievi lapidi d’aria. 

Fahrenheit 9/11

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Fahrenheit 9/11 di Michael Moore è un documentario davvero benfatto che – come già Bowling For Columbine dello stesso regista – unisce documenti d’archivio con interviste realizzate ad hoc e servizi giornalisti trasmessi dalle televisioni. Ogni tanto, inoltre, c’è un “commento” visivo “umoristico” ottenuto con inserti presi da vecchi film. Fahrenheit 9/11 , per chi non lo sapesse, ricostruisce le azioni compiute da George W. Bush in seguito all’attacco alle Torri Gemelle, scavando nel passato e nel presente non solo dell’attuale presidente degli Stati Uniti, ma anche dei suoi “amici” (i suoi ministri, i consiglieri e altre persone a lui vicine) e dei suoi familiari. Un documentario, quello di Moore, che lascia sgomenti in più punti, oltre a commuovere (sul finale) quando intervista una madre che ha perso il proprio figlio in Iraq. Unica pecca all’edizione italiana di questo documentario che ha meritato la Palma d’Oro al Festival di Cannes del 2004 è la scelta di