Un teatrino masturbatorio
Le serve di Jean Genet racconta di una coppia di domestiche (sorelle tra loro) che – quando la padrona è assente – ritualizza il proprio disagio: a turno, infatti, ognuna delle sorelle interpreta il ruolo della padrona e della serva; ovvero le due donne mettono in scena, di sera in sera, le loro frustrazioni. In tal modo esse tentano di eliminare la fonte del loro disagio. Ecco, allora, che Claire e Solange (le due sorelle), aspettano il calar della sera e vestono a turno i panni di Madame e ne riproducono i gesti e le parole, nel doppio tentativo di santificare e uccidere la loro Padrona. Madame, infatti, è, per le serve, sia una specie di santa che va venerata in ragione della sua eleganza, sia una prostituta d’alto bordo un po’ carogna che va uccisa per poter tornare a essere delle persone, al di là del proprio status lavorativo (di serve, appunto). Genet, dunque, immagina un rito-teatro fatto di travestimenti e uccisioni simulate. Un rito-teatro che va di pari