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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

La società dei visibili | Note su L'uomo invisibile

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Da più parti si è assai insistito sull’aspetto umoristico de L’uomo invisibile di H.G. Wells , mettendo quasi in ombra il fatto che si tratta, pur sempre, di un’opera appartenente al genere fantascientifico. Ora, se è vero che uno dei pregi della speculative fiction è quello di saper “parlare” ai lettori contemporanei di loro stessi e delle loro “costruzioni sociali” , allora, nella lettura de L’uomo invisibile , si farebbe bene a concentrare maggiormente l’attenzione più che sugli aspetti umoristici, su quelli inquietanti e dark che esso “disvela”. In poche parole e per punti (questa è pur sempre solo una “nota”), si vuole portare l’attenzione sul fatto che Wells pone alla base del suo romanzo il fatto che la nostra è una società basata e costruita sull’essere visti . I componenti di tale società (ossia noi stessi al pari dei lettori del 1897, data di uscita del romanzo), si comportano da esseri “civili” quando si trovano “in pubblico” e sono, quindi, consapevoli di essere visti

Recitare l’identità

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Come tu mi vuoi , Invisibile Kollettivo (ph. Laila Pozzo) Si può rimaneggiare un testo di Luigi Pirandello e migliorarlo? Sì e, a volte, si deve. Lo dimostra assai bene il Come tu mi vuoi messo in scena, pesantemente riadattato, da Invisibile Kollettivo . Il Come tu mi vuoi di Pirandello, sia detto con franchezza, è un testo che nulla aggiunge alla grandezza creativa del Maestro siciliano. In altre parole, forse un po’ brutali, si tratta di un testo facente parte della produzione minore di Pirandello, in quanto pare eccessivamente “costruito”. Alla fine del terzo atto, il lettore/spettatore si trova a chiedersi se Pirandello non abbia, in qualche modo, mancato il bersaglio, perché le motivazioni che dettano le scelte dell’Ignota appaiono decisamente “fragili” o “cervellotiche” (come si sarebbe detto ai tempi di Pirandello stesso). Invisibile Kollettivo, invece, mettendo pesantemente mano al testo (con tanto di cambiamento del finale) lo migliora sensibilmente, realizzando uno spettac

Le icone di Richard Avedon

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Fino al 29 gennaio 2023 Palazzo Reale di Milano ospita la mostra Richard Avedon: Relationship a cura di Rebecca Senf in cui sono esposte 106 immagini provenienti dal Center for Creative Photography di Tucson e dalla Richard Avedon Foundation.  Si tratta di una mostra che presenta al pubblico dei visitatori soprattutto i ritratti scattati da Avedon durante la sua lunga e prolifica carriera. Ritratti di personaggi famosi (o che famosi erano al tempo dello scatto) rigorosamente in bianco e nero (uniche eccezioni le campagne realizzate per Versace), in cui il soggetto fotografato assume una dimensione iconica . In altre parole, il personaggio famoso, nello e con lo scatto di Avedon, diventa un’icona moderna; un “segno” , una “manifestazione” dell’uomo o della donna coeva. Vero è che Avedon ebbe a dichiarare che i suoi ritratti “dicevano” più del fotografo che delle persone fotografate (e non è un caso, allora, che la mostra inizi proprio con un autoritratto del Maestro); ma è altrettan