Egoisti in cerca di affetto
È un susseguirsi di scene brevi La malattia della famiglia M. di Fausto Paravidino (anche regista e interprete) nelle quali i personaggi sono impegnati in dialoghi pieni di significato che, al contempo, fanno progredire la vicenda verso la “catastrofe” e aiutano a delineare meglio il carattere del personaggio che li pronuncia. Un testo, dunque, in cui il dialogo (veloce e non esente da battute ironiche, quasi aspre) è tutto, tanto che i luoghi in cui i personaggi si parlano sono definiti da una panchina (che funge anche da studio del medico) e dal tavolo dalla cucina di casa M., ovvero luoghi in cui si sta seduti e, appunto, si parla. Non è un caso, quindi, che l’unica scena in cui l’azione ha il sopravvento (quella della scazzottata tra Fabrizio e Fulvio) sia, non solo raccontata in flashback, ma anche agita dagli attori al rallentatore (dunque in qualche modo visivamente isolata dal resto).