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Ubik non nuoce se usato correttamente

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Ubik di Philip K. Dick è un romanzo denso, in cui compare tutto l’Universo dell’Autore, fatto di telepati, precog e inerziali; ma, anche, di incapacità - da parte dei protagonisti - di stabilire cosa sia reale e cosa no; cosa vivo e cosa morto. E il racconto del percorso svolto dai protagonisti (e in particolare da Joe Chip) per tentare di individuare chi li abbia fatti regredire dal 1992 al 1939, è anche - e, forse, soprattutto - una feroce critica al sistema capitalistico statunitense, tutto basato sul Dio denaro e sulla capacità di acquisto dei consumatori. E, allora, ecco che chi può permetterselo, riesce anche a rimandare il momento del trapasso, facendosi ricoverare in un moratorium in cui si viene tenuti artificialmente in semivita, ossia in una condizione cerebrale prossima alla morte, ma, anche, alla vita onirica. Invece, coloro che non hanno abbastanza denaro, devono combattere una lotta estenuante non solo per procurarsi i più comuni beni di consumo, ma anche contro gli o