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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

La Collezione Marino Marini al Museo del 900

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Giocoliere Il Museo del 900 di Milano custodisce (ed espone) un’importante collezione: quella dell’artista Marino Marini . Il visitatore può, così, ammirare la galleria di ritratti in gesso che il Maestro fece a importanti artisti ed esponenti della cultura novecentesca.  Testine che, pur richiamando alla memoria la ritrattistica romana, hanno uno stile del tutto novecentesco.  La loro collocazione all’interno del Museo del 900 fa quasi diventare il contenitore che le espone una sorta di pantheon della cultura novecentesca.

Il gioco di Escher

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La produzione artistica di Escher (1898 - 1972) è stata sicuramente una delle più riconoscibili del Novecento.  Le sue opere hanno parlato agli spettatori più vari sollecitandone l’immaginazione con creazioni grafiche che alludono e/o rimandano a mondi possibili, anche quando stanno riproducendo oggetti o esseri reali. Escher, attraverso quelli che, frettolosamente, si potrebbero definire “giochi illusionistici”, ha, in altre parole, sollecitato lo stupore dello spettatore mettendolo di fronte a raffigurazioni “artefatte” della realtà che alludono a “mondi altri”. Un gioco sofisticato e intellettualistico che nasce da una vena decorativa spinta all’eccesso e, si suppone, ha come fine ultimo proprio la volontà di meravigliare chi guarda.

Boccioni l'algido

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In occasione del centenario della morte, a Palazzo Reale di Milano è stata allestita una mostra dedicata a uno dei più importanti esponenti del Futurismo: Umberto Boccioni . L’esposizione milanese ripercorre la carriera dell’artista dagli esordi alla morte prematura (dovuta a una caduta da cavallo), affiancando alle opere di Boccioni quelle di artisti suoi contemporanei (come Balla, Segantini e Picasso) o quelle di artisti dei secoli precedenti ai quali Boccioni guardò con ammirazione. Ne deriva un percorso espositivo assai stimolante.

Prepararsi alla Morte eroica

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Torna in libreria Sole e acciaio di Yukio Mishima edito da Guanda e tradotto da Lydia Origlia. Si tratta di un testo fondamentale per tentare di penetrare in Mishima, uomo dalla personalità complessa e, a tratti, enigmatica. Scritto nel 1968, due anni prima dello “spettacolare” seppuku (il suicidio rituale) con il quale Mishima si diede la morte in compagnia del suo ultimo giovane amico (e probabile amante) Masakatsu Morita, Sole e acciaio racconta di come Mishima si sia preparato per anni a quella che, per lui, era una Morte eroica.