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Visualizzazione dei post da dicembre, 2009

Oscuramente forte è la vita

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“Oscuramente forte è la vita” commentava Salvatore Quasimodo in Al padre . Un “verso immortale” (per usare le parole che pronuncerebbe Winnie) che, data la “sostanza” di cui è intessuta la pièce Giorni felici di Samuel Beckett , si è scelto di usare come titolo di questo scritto. Un testo, quello di Beckett, che mette in luce l’oscura forza vitale di Winnie (e, con lei, di tutto il genere umano): una donna che – nonostante la Natura, la Vita, la costringa a stare in un buco infernale – ha ancora la voglia di andare avanti, di guardare al futuro (tanto che si auto-incita a volgere la mente all’avvenire). Winnie, infatti, è, a discapito di tutto, ferocemente attaccata alla vita, di cui, anche potendo (è, infatti, in possesso di una rivoltella), non si priva, ma, anzi, alimenta. Sì, Winnie, alimenta la vita quotidiana dandole tutto ciò di cui essa abbisogna: la “ritualità”. Il rito dei gesti e delle parole.  Gesti ripetuti sempre uguali e fino a quando questo è possibile. 

Intervista sulla Sindone

Il 7 gennaio 2006 per la trasmissione “CULT” di Radio E ho intervistato Gino Moretto autore del volume Sindone, la verità edito da Ellenici con il quale ho parlato, appunto, della Sindone di Torino.  Gino Moretto è stato segretario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino per più di 11 anni.  È stato segretario di redazione della rivista «Sindon» e autore dei volumi: Sindone, la guida e Sindone, la storia . Ripropongo qui l’intervista che dura circa 20 minuti.

Templarismo

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Il 7 settembre 2005, per la trasmissione “CULT” di RadioE, ho intervistato Mario Arturo Iannaccone , autore, tra l’altro, di Templari. Il martirio della memoria , ponendogli alcune domande attorno al fenomeno del “templarismo”. Con lui, tra l’altro, si è parlato anche di Priorato di Sion, degli Illuminati di Baviera, del romanzo Il Codice da Vinci  e di Rennes-le-Châttau. Ripropongo l’intervista perché mi pare ancora interessante.

L’Aldilà di Romeo e Giulietta

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Il Balletto di Milano ha presentato ieri al pubblico del Teatro Donizetti di Bergamo il balletto Romeo e Giulietta ispirato all’omonima tragedia di William Shakespeare , su musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij . Va subito detto che la partitura riuniva varie opere di Čajkovskij (tra cui Romeo e Giulietta , Amleto , La fanciulla di neve ) in un tutt’uno drammaticamente assai convincente.  Autore del mix Michele Rovetta che in tal modo ha saputo anche dare un tema musicale specifico per i due protagonisti e ha servito bene la rielaborazione drammaturgica del testo shakespeariano operata dal coreografo Giorgio Madia . Una storia, quella voluta da Madia, che si discosta non poco dall’originale di Shakespeare, non solo perché il suo spettacolo inizia dalla fine della tragedia (la morte di Paride, Romeo e Giulietta), diventando, in tal modo, un lungo flash back, ma anche (e soprattutto), perché Madia ha pensato a un post: Romeo e Giulietta che danzano felici e innamorati in una sorta