L’alfabeto della vita

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Per imparare a leggere e scrivere è essenziale, in occidente, conoscere l’alfabeto.

Anche per imparare a leggere nelle persone, nei loro desideri, nei loro sentimenti è essenziale conoscere la lingua segreta di ognuno di noi, il nostro personalissimo alfabeto.

Paola Presciuttini ha scritto un bel romanzo snodando la storia sul ritmo lento (e al contempo veloce) dell’alfabeto: 26 lettere (26 capitoli) necessarie perché i due protagonisti della vicenda possano leggere l’uno nell’anima dell’altro, ma, soprattutto, nella propria.

Due protagonisti singolari, ognuno di loro, a suo modo e senza averne la volontà, ai margini della società italiana: Beatrice, una trans e Nazim, un marocchino immigrato. Si conoscono per caso e per caso nasce tra i due una intensa amicizia non scevra da attrazione. Beatrice si offre di insegnare a Nazim a leggere e Nazim insegna a Beatrice il rito del tè. Intanto approfondiscono la propria conoscenza, portandola fino in fondo, fino al punto che la conoscenza dell’altro significa conoscenza di sé, del sé che non si conosceva prima, del sé che si finge non esistere, del sé che si può anche decidere di ignorare.

Un bel romanzo, Il ragazzo orchidea, che scava nei sentimenti, nei turbamenti di due giovani vite, le cui strade tracciate per uno dalla natura, per l’altro dalla cultura, prendono svolte impreviste, ma non per questo meno degne di essere percorse fino in fondo.

Un libro da mettere in valigia.

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