Drogati di sostanze e di potere


Salveremo il mondo prima dell’alba di Gabriele Di Luca per la regia collettiva di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi porta sulla scena un gruppo di ricchi tossicodipendenti costretti a una cura riabilitativa in un centro specializzato sito nell’orbita terrestre.

Un gruppo variegato di persone accomunate dalla dipendenza da sostanze chimiche illegali e dall’esercizio “tossico” del potere.

Ma - spoiler - se dalla dipendenza chimica è possibile “venirne fuori”, lo spettacolo - nel finale - mostra, invece, come non si esce dalla dipendenza esercitata dall’esercizio tossico del potere.


Uno spettacolo, dunque, che non fa sconti alla classe dirigente e non tanto perché drogata di sostanze, ma in quanto drogata di potere.

Un potere esercitato per distruggere gli altri e il pianeta; per arricchirsi smodatamente e per il semplice gusto del dominare.

Una classe dirigente che non ha una chiara e lucida visione del Futuro, ma neppure dell’immediato!


Deficienze mostrate al pubblico senza pietà e falsi “buonismi”, ma con spietata e cinica comicità: si ride, tanto e di gusto, assistendo agli intrighi e ascoltando le storie personali di questi addicted disperati.

Disperati soprattutto perché incapaci di capire che il problema, non solo è dentro di loro, ma sono loro: il loro egoismo; il loro disinteresse per l’Altro; il loro menefreghismo e il loro individualismo sfrenato.


A dar corpo a tali mostri di cinismo un gruppo di attori in stato di grazia: Sebastiano Bronzato nel ruolo di Nat, rappresentante del sottoproletariato agricolo, ecologista e terzomondista, unica figura davvero positiva di tutto il gruppo; Alice Giroldini nel ruolo di Jasmine, star della musica, che crede che basti essere donna per essere, anche, femminista e che si dà, letteralmente, al primo venuto; Sergio Romano che interpreta Omar, industriale senza scrupoli e omosessuale con seri problemi di omofobia interiorizzata; Roberto Serpi nel ruolo di Patrizio, il compagno di Omar, afflitto da un complesso di inferiorità che agisce negativamente anche sulle sue prestazioni sessuali, ma che ha momenti di sincera empatia nei confronti degli altri; Massimiliano Setti nel ruolo del Coach del gruppo, preparato, forse, a curare le dipendenze dalle sostanze, ma non quella derivante dall’esercizio del potere, tanto da spingere Nat a provare l’ebrezza del dominio; e Ivan Zerbinati nel ruolo di William, un “creator” di fake news che non solo non comprende il male causato dalle sue iperboliche fandonie, ma neppure si rende conto di essere coinvolto in una relazione sado-masochistica con il suo dipendente Nat.


Uno spettacolo da non mancare.


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