Il Don Giovanni predatore di Mauro Astolfi

Il coreografo e regista Mauro Astolfi si è confrontato con il mito universale di Don Giovanni con lo spettacolo Don Giovanni o il gioco di Narciso presentato ieri sera a Bergamo durante il Festival Danza Estate.

Il suo Don Giovanni è un predatore che non ha alcuna considerazione per la donna: ne va a caccia per goderne a suo piacere e inserirla nella propria personalissima collezione (con tanto di teche contenenti le altre donne/prede ormai ridotte ad automi).
Un Don Giovanni collezionista e vanesio o, meglio, come indicato nel titolo, narciso.
Tale l’assunto.

Lo svolgimento “narrativo”, la trama di ciò che succede durante i 60 minuti di danza (spesso dal carattere “ferino”), è, però, a tratti, avvolto dal mistero: non si è riusciti a capire cosa, in effetti, stesse succedendo, perché, e cosa volesse significare.

Dato che Astolfi prende le mosse dalla drammaturgia di Riccardo Reim non si sa se imputare a uno o all’altro (o a entrambi) l’inconcludenza di quanto inscenato.
Un peccato; un’occasione sprecata specie perché i giovani danzatori in scena hanno dimostrato di essere in grado di impegnarsi con profitto nelle sequenze volute dal coreografo.
Forse proprio grazie alla loro bravura al termine dello spettacolo il pubblico ha applaudito con convinzione.
Uno spettacolo di cui non si consiglia la visione.

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