La badante

La badante scritto e diretto da Cesare Lievi si compone di tre atti, il secondo dei quali anticipa ciò che avverrà dopo il terzo. 
Una soluzione che rende il finale dello spettacolo strepitoso. 
Un vero colpo di teatro.
La pièce mette in scena gli ultimi mesi di vita di una vecchia e ricca signora che, forse mossa dalla non accettazione del proprio declino psico-fisico, accusa la propria badante di furto. 
Accuse respinte da uno dei due figli della vecchia signora che, però, dopo la scomparsa della madre, si ritrova a muovere le medesime accuse, aggiungendo anche quella di plagio: del patrimonio della vecchia vedova, infatti, nulla è rimasto. 
Il pubblico saprà come sono andate realmente le cose solo poco prima che il sipario cali definitivamente.

La signora (interpretata magnificamente da Ludovica Modugno) è una vecchia indomita in preda a incontinenza verbale: il suo è un ininterrotto fiume di parole, di ricordi, di accuse (verso tutti), di progetti per il futuro.
Un futuro senza di lei, ma che lei riesce a immaginare perfettamente e a costruire a vendetta di un passato e di un presente che l'hanno vista subire la vita, a dispetto del fatto che ha sempre dato l'impressione di dominarla. 
Una vita trascorsa lenta sulle rive del lago di Garda; in quella Salò scelta dal padre fascista come rifugio, ma che si è presto trasformata in una trappola.
L'interpretazione della vecchia signora di Ludovica Modugno è stata divisa nettamente in due fasi: nel primo tempo ha reso l'immagine di una donna anziana all'inizio del declino: qualche parola che sfugge e ricordi un po' annebbiati, ma ancora in grado di reggere un battibecco con il figlio e di camminare tenendo una certa postura. 
Nel terzo atto, invece, il declino ha preso il sopravvento e la signora di Ludovica Modugno è apparsa stanca, dalla postura incerta e dall'incedere insicuro, smemorata e tendente alle lacrime.

Uno spettacolo e un testo ben fatti che si sono avvalsi di una regia sapiente e di attori affiatati: accanto a Ludovica Modugno, Leonardo De Colle (un figlio meticoloso e attento più ai soldi della madre che alla madre stessa); Emanuele Carucci Viterbi (un personaggio un po' falso: troppo al di sopra del quotidiano per essere credibile); Paola Di Meglio e Giuseppina Turra (Ludmilla, la badante del titolo, attenta, come sanno essere le donne dei paesi dell'est Europa, alle esigenze dei nostri vecchi e piene di pazienza verso di loro).

Al calar del sipario il pubblico del Teatro Donizetti ha giustamente salutato gli interpreti con calore.
Spettacolo da vedere.

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