Nerd Cabaret_La scena 2.0


Ieri sera, all’Auditorium di Piazza della Libertà a Bergamo è andato in scena Nerd Cabaret. Salace romanzo di formazione digitale di e con Michele Cremaschi per la regia di Gaetano Ruocco Guadagno e Michele Cremaschi.
Lo spettacolo racconta (in un lungo flash back) delle speranze che un normale nerd (ossia, un patito per la tecnologia) ha riposto nel progresso tecnologico nell’arco degli ultimi trenta/trentacinque anni.
Speranze in una vita migliorata dall’uso quotidiano dei vari device tecnologici. 
Aspettative spesso deluse, in quanto di miglioramenti rivoluzionari se ne sono visti assai pochi. 
Anzi, a volte, gli esiti possono tranquillamente essere catalogati come dei sostanziali peggioramenti. Si veda, ad esempio, l’uso ossessivo che molti, troppi, fanno del proprio smartphone che, in tal modo, da mezzo di comunicazione, si trasforma in un mezzo di isolamento dalla realtà circostante.
E, allora, ad esempio, il protagonista della pièce, rischia di non incontrare l’anima gemella, solo perché non è stato in grado di alzare gli occhi dal display del proprio cellulare.
Per non dire che, con la scusa che la tecnologia ci aiuta a svolgere il nostro lavoro, ci viene spesso chiesto di fare molto di più… fino a dover svolgere, come è il caso del performer in scena, due spettacoli contemporaneamente.

Nerd Cabaret, pur facendo riflettere sull’uso distorto della tecnologia, è uno spettacolo comico godibilissimo.
Cremaschi ha tempi comici perfetti e una invidiabile capacità di improvvisazione nel momento in cui chiama alcuni spettatori a farli collaborare all’avanzamento della storia.
Chi scrive è stato coinvolto in prima persona nello svolgimento dello spettacolo, sia dal proprio posto in platea (giocando ai videogames contro il performer), sia direttamente sul palcoscenico, dove Cremaschi, da attore consumato qual è, ha dato vita a una piccola gag improvvisata. 

Altra caratteristica da segnalare è l’assoluta padronanza che Cremaschi dimostra di quella che si potrebbe definire la Scena 2.0: il suo palcoscenico è multimediale e l’attore recita costantemente relazionandosi con i molti alias digitali che, di volta in volta, appaiono sugli schermi.
La sua recitazione è fortemente gestuale e, spesso, è “affiancata” da una voce fuori campo che racconta il progredire della storia e dalle voci degli alias che appaiono sugli schermi. Il tutto senza far perdere il filo del discorso al pubblico in sala che, al termine dello spettacolo, ha salutato l’interprete con calorosi e meritati applausi.


In definitiva, Nerd Cabaret è spettacolo da vedere sia per passare una serata lieta; sia per riflettere sull’uso distorto della tecnologia e sia per rendersi conto direttamente di come la tecnologia possa anche diventare uno strumento che amplifica le capacità creative e performative di un attore teatrale.

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