Mauri inventa "Il Bugiardo" di Goldoni



Il Bugiardo di Carlo Goldoni, commedia in prosa in tre atti fu rappresentata per la prima volta a Mantova il 23 maggio 1750 e deve molto a Le menteur di Pierre Corneille, commedia in versi in cinque atti rappresentata per la prima volta a Parigi nel 1643. 

La storia al centro della vicenda, molto probabilmente, ai tempi di Goldoni aveva una forte componente educativa e lasciava il pubblico mercantile di Venezia con il forte senso di soddisfazione derivante dal fatto che il bugiardo del titolo viene alla fine smascherato. 

Il pubblico di oggi, erede del romanticismo, invece, puĆ² arrivare a prendere le parti del bugiardo cronico, in quanto egli, nel suo agire, ĆØ spinto dal desiderio di sposare la donna amata (da cui ĆØ riamato) e di godere della vita, consapevole che l'attimo ĆØ fuggente. 

Infatti, Lelio il bugiardo, invaghitosi prima e innamoratosi poi di Rosaura, mente per poter far colpo su di lei. 
Lelio, perĆ², con il suo mentire a tutti e su tutto, boicotterĆ  inconsapevolmente il proprio matrimonio con Rosaura organizzato, cosƬ come all'epoca era d'uso, all'insaputa dei giovani dai rispettivi genitori. 
Il finale ĆØ amaro...

Il Bugiardo firmato da Glauco Mauri come regista ĆØ davvero un bello spettacolo. 
Belle le interpretazioni di tutti gli attori, a iniziare da Mauri stesso che veste i panni di un Pantalone padre amorevole. 
Bravo Roberto Sturno nei panni di Lelio. 
Ma bravi davvero tutti gli altri componenti del cast: Mino Manni (un Ottavio temperamentoso), Nicola Bortolotti (un Florindo timido e infantile), Giulio Pizzirani (un Dottor Balanzoni irresistibile), Federica Bonani (Rosaura), Cristina Arnone (Beatrice), Daniele Griggio (Brighella), Leonardo Petrillo (Arlecchino), Cristina Andreis (Colombina).

Ma bello Il Bugiardo di Goldoni lo ĆØ anche e, forse, soprattutto per le "spiritose invenzioni" (per usare un tormentone del testo) del regista Glauco Mauri, coadiuvato nell'impresa da Alessandro Camera autore di scene e costumi. 

Va detto che la regia di Mauri ĆØ lontana sia dal realismo goldoniano, sia dal ballettismo con cui alcuni hanno creduto di poter rendere un Settecento di maniera. 
CiĆ² che il pubblico vede ĆØ suggestivo per quanto contraddittorio: suggestivo per le invenzioni fantasiose che tendono a rendere in scena l'animo "leggiadro" del bugiardo del titolo; contraddittorio in quanto Mauri borghesizza le maschere in scena (togliendo loro le maschere e i costumi caratteristici della Commedia dell'Arte), ma, contemporaneamente, le immerge in un contesto fiabesco. 
In tal modo, ad esempio, Pantalone e il Dottore viaggiano su gondole con ruote e motore (una sorta di city car) e i cambi di scena sono "facilitati" dall'arrivo di quattro piccole mongolfiere. 
Una vena inventiva che dĆ  la piacevole sensazione di essere finiti in un disegno di un bambino geniale e fantasioso.
Lunghi applausi del pubblico al calar del sipario.

Commenti

  1. cosa descrive questa immagine???

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  2. Descrive quella che nel testo ĆØ stata definita la "gondola con ruote e motore (una sorta di city car)".

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