Io sono leggenda | Dipende dai punti di vista


Io sono leggenda di Richard Matheson è un capolavoro assoluto che travalica il genere fantascientifico post apocalittico.

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Avvertenze: 

  • di seguito si fa riferimento alla conclusione del romanzo;
  • dimenticate il film di Francis Lawrence con Will Smith.

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Nel raccontare gli effetti di una pandemia che trasforma gli umani in vampiri, Matheson assume il punto di vista di un sopravvissuto, Robert Neville, che risulta immune ai batteri causa della mutazione.


Robert si convince di essere l’unico e ultimo uomo a resistere alla mutazione e porta avanti una lotta solitaria e disperata contro i vampiri, uccidendo quelli che riesce a trovare durante le sue spedizioni.


La sua opera di rastrellamento avviene di giorno, quando i vampiri sono inerti; mentre la notte - barricato in casa - diventa oggetto della furia ossessiva del branco di mutanti, capitanati dal suo ex amico Ben Cortman.

Furia che Neville osserva da uno spioncino praticato tra le assi che coprono e proteggono le finestre della sua casa.


Una visuale - quella offerta dallo spioncino - che Neville (e, con lui, il lettore) non comprende essere estremamente limitante: la porzione di mondo, e, quindi, di realtà, che Neville finisce per osservare è soltanto quella che il suo sguardo può contemplare attraverso quello spioncino.

Neville, senza rendersene conto e a dispetto del fatto che si crede al centro del mondo, dunque, è tagliato fuori dagli eventi.


Tutta la sua vita, quindi, prende una direzione che a lui pare obbligata: la solitudine del sopravvissuto; lo stordimento alcoolico, prima, e, poi, la ricerca forsennata di una soluzione scientifica; la quotidiana caccia al vampiro di giorno e l’altrettanto quotidiana reclusione forzata la notte.

Il tutto guidato dalla sua personale convinzione che uccidere i vampiri sia opera meritoria, oltre che necessaria.

D’altra parte, come egli stesso riflette, «il suo modello etico era lui stesso.».


Ma la realtà non vista da Neville è diversa: i fatti hanno preso una piega che lui non ha né visto dal suo spioncino di casa, né, tantomeno, previsto, nonostante avesse più volte letto, nei libri scientifici studiati per trovare la soluzione alla pandemia, che i «batteri possono subire mutazioni.».


E proprio quelle “mutazioni” porteranno alla fine la vita di Neville: egli sarà catturato da una nuova specie di mutanti che hanno dato vita a una nuova società e che lo accusano di essere uno sterminatore.


Poco prima di morire, Nevile - affacciandosi alla finestra della prigione in cui è recluso - assume in sé il punto di vista dei nuovi mutanti: ai loro occhi è uno spietato assassino; una “nera” leggenda.


Un capolavoro, Io sono leggenda, che induce a riflettere su come ogni convinzione si generi a partire dal proprio personalissimo punto di vista.


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