Personaggi in cerca di verità

«Io sono colei che mi si crede» risponde in finale di rappresentazione la signora Ponza interrogata sulla sua vera identità: ovvero se ella sia la figlia della signora Frola tenuta segregata dal marito geloso, oppure la seconda moglie del signor Ponza che sfugge la presenza della signora Frola. 
Una frase, quella della signora Ponza (che appare al pubblico vestita di nero e con il volto velato) degna di una Sfinge. 
E che la Verità non sarebbe venuta a galla nonostante l'inchiesta che si svolge sul palcoscenico e coinvolge la upper class di una cittadina di provincia lo si poteva intuire da ben due segnali incontrovertibili: il primo, dato dal titolo della pièce che parla davvero chiaro e, il secondo, dall'atteggiamento di Laudisi, il personaggio che nel testo funge da alter ego di Luigi Pirandello.

Il titolo della "parabola in tre atti" è Così è (se vi pare); un titolo che unisce in sé due affermazioni contraddittorie, contrapposte anche graficamente dall'uso delle parentesi: è così (se pare), ossia la Verità (che dovrebbe essere unica e incontrovertibile) ha molti volti (e nessuno, dato che appare in scena velata di nero). 
Per quanto riguarda il personaggio di Laudisi, invece, egli (dopo aver teorizzato l'impossibilità, per chiunque, di conoscere la Verità) chiude ogni atto del testo con una risata ironica. 
Infine, dopo l'apparizione enigmatica della signora Ponza, egli conclude la "parabola" affermando: «Ed ecco, o signori, come parla la verità».

Giulio Bosetti, nella sua realizzazione scenica del testo, dà una lettura del Così è (se vi pare) che richiama volutamente i Sei personaggi in cerca d'autore: in entrambi i testi, infatti, si creano in scena due gruppi distinti, ovvero nei Sei personaggi da una parte ci sono gli attori e dall'altra la famigliola in cerca di autore; mentre nel Così è da una parte i rappresentanti della buona società e dall'altra la famigliola che ne turba il sonno.


Nello spettacolo di Giulio Bosetti la contrapposizione dei gruppi è messa in rilievo dall'uso tutto teatrale della scena di Nicola Rubertelli
Una scena con al centro uno specchio che, all'occorrenza, si alza come un sipario e fa apparire sul palcoscenico la signora Frola, il signor Ponza e la moglie di lui (sipario/specchio usato da loro soltanto: per gli altri personaggi esistono le porte normali). 

Dunque nel Così è (se vi pare) per la regia di Bosetti i tre familiari hanno un'entrata diversa dagli altri, così come previsto da Pirandello per i familiari dei Sei personaggi in cerca d'autore

E non pare neppure privo di significato che tale ingresso privilegiato sia uno specchio.
Lo specchio, infatti, è un simbolo forte, anche se non sempre di facile interpretazione.
Simboleggia il doppio, ma può anche essere una porta verso un mondo parallelo e fantastico (si pensi all'Alice nel paese delle meraviglie, per esempio).

Una scena, inoltre, che diventa trasparente e fa apparire i tre familiari nel loro privato (desunto dalle battute del testo).
Apparizioni che possono far ricordare quelle de I Giganti della montagna di Pirandello, altro testo dove vi sono in scena gruppi nettamente distinti.

Uno spettacolo, quello di Bosetti, da vedere non solo per la bella lettura registica, ma anche per la strepitosa interpretazione di Marina Bonfigli nel ruolo della signora Frola.

Visto al Teatro Donizetti di Bergamo, l'1 dicembre 2004.


Commenti

Post più visti del mese

Il corpo nudo dello scrittore

Accabadora | L'ultima madre

Il pene di Gesù