Ritorno al passato

Gore Vidal, La statua di sale, Fazi.
Anni passati a ricordare un fine settimana di passione con il ragazzo da lui sempre amato, hanno impedito a Jim di godere del presente, trasformandolo nella statua di sale del titolo. Jim, infatti, non riesce ad assaporare quanto la vita gli dona, perché paragona i suoi amanti attuali all’amato Bob (con risultati pessimi per gli amanti del momento) e vive proiettato al futuro: un futuro nel quale lui e Bob possano di nuovo incontrarsi e riamarsi con la stessa intensità provata nel passato; un futuro che non è altro che un replay infinito del passato idealizzato. 
Inoltre, e non è questione di poco momento, a impedire a Jim di vivere il presente (e di goderlo) è la non accettazione della sua condizione di omosessuale: lui si vede diverso sia dagli altri omosessuali, sia dagli eterosessuali, arrivando a giudicarsi unico; un unico, però, che ha un gemello che lo completa (Bob, ovviamente) e con il quale dover ricongiungersi. 
La non accettazione di sé porta come conseguenza sia il fatto di non riuscire a riamare chi lo ama (ben due persone: prima un noto attore di cinema e poi uno scrittore che non riesce a raggiungere la fama), sia il fatto di vivere i frequenti rapporti occasionali con altri uomini come una sfida: sceglie sempre di rimorchiare quelli che non sembrano omosessuali, quelli virili e belli come lui. 
Infine, la “cecità” di Jim al presente gli impedisce di immaginare uno sviluppo del futuro diverso da quello da lui voluto e di capire che, forse, quel fine settimana di passione Bob lo ha vissuto come un momento di passaggio, di crescita… Quindi, quando il “futuro” si presenterà con tutta la sua evidenza, quando Jim, finalmente, incontra di nuovo Bob, la delusione non potrebbe essere più cocente… Romanzo davvero bello La statua di sale: bella la storia; ben delineati i personaggi principali (Jim; il divo Shaw; lo scrittore Sullivan e Maria Verlaine la donna con la quale Jim sembrerebbe poter avere un rapporto eterosessuale che, però, non avrà mai); benissimo scritti i dialoghi che sembrano trascritti dalla vita reale (strepitosa la tirata da “checca di società” sulla bellezza del cattolicesimo fatta dal miliardario Rolloson). 
Un romanzo che Gore Vidal scrisse a soli ventidue anni nel 1947 (e riscrisse nel 1965 cambiando il finale) scandalizzando l’America che era abituata a romanzi nei quali i personaggi omosessuali, diversamente da Jim, erano o travestiti o, come scrive Vidal stesso, 
ragazzi solitari e cerebrali che avevano contratto matrimoni infelici e si struggevano per i marine. Io ruppi quello schema. I miei due amanti erano atletici […]. 
Nel giro di due settimane il libro donò a Vidal uno strepitoso successo…

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