Un film bello ma irrisolto

L’'ora di religione di e regia di Marco Bellocchio. Con: Sergio Castellitto, Alberto Mondini, Piera degli Esposti, Chiara Conti. Italia, 2002.
Il film di Bellocchio racconta alcune ore della vita di Ernesto (interpretato in modo egregio da Castellitto), un ateo cui viene data la notizia che sua madre sta per essere beatificata. All’'incredulità, succede lo stupore e a questo il tentativo di capire le ragioni che hanno spinto lo gerarchie ecclesiastiche a intraprendere un processo di beatificazione di una donna da lui sempre considerata distaccata e indifferente, per non dire incapace di amore nei confronti dei propri figli (uno dei quali sarà spinto dalla follia a ucciderla). 
Ernesto non è immune dal dubbio (fatto che lo umanizza non poco) e nella sua ricerca della verità, cozza contro la famiglia che si è coalizzata nel tentativo di arrivare a una soluzione favorevole del processo di beatificazione della donna: avere una parente santa è sicuramente di grande utilità (è il famoso “santo in paradiso” di proverbiale memoria).
Il film di Bellocchio, per la storia che racconta, suona come una denuncia contro certi affaristi che vivono nelle fila delle più alte gerarchie ecclesiastiche e nei loro entourage. Per questa ragione e per il modo con cui è affrontata la vicenda (intenso, lucido, spietato) L'’ora di religione è sicuramente un bel film che va consigliato. 
Assolutamente da vedere è, inoltre, a causa della già citata prova di attore di Castellitto e per la strepitosa (non la si può definire altrimenti) interpretazione di Piera degli Esposti, impegnata in un “cammeo” nel quale veste i panni della zia/affarista di Ernesto. Bravi anche il piccolo Alberto Mondini (l’'inquieto figlio di Ernesto) e la bella Chiara Conti, impegnata nel ruolo di un personaggio misterioso.
Proprio il personaggio interpretato dalla Conti rende in qualche modo il film di Bellocchio irrisolto: chi è e che funzione ha il personaggio della Conti? Da chi è stata mandata e cosa vuole da Ernesto? Domande, queste, alle quali, inspiegabilmente, Bellocchio non dà risposta, lasciando il film in un clima di sospensione che non giova allo spettatore.

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