La Verità irrompe in Scena
Marat/Sade ph Marco Parollo |
Il rischio corso da ogni laboratorio teatrale è che esso sia utile solo a chi lo ha frequentato e - qualora i risultati vengano esibiti in uno spettacolo pubblico - non anche agli spettatori.
Non è il caso di Marat/Sade. Le due rivoluzioni che Eugenio Sideri ha elaborato partendo dal testo di Peter Weiss e che Maurizio Lupinelli ha firmato come regista, portandolo in scena con gli attori di Nerval teatro e un gruppo di persone diversamente abili che hanno partecipato a un laboratorio teatrale.
Lo spettacolo firmato da Lupinelli è utile allo spettatore perché lo fa riflettere su una serie di questioni, tutte di non poco momento.
Vale la pena accennare a qualcuna di esse.
La follia è anarchia
La follia è anarchia e, forse, l’anarchia è vista come una sorta di follia.
Esse non sono gradite al Potere che, perciò, le combatte e reprime.
La Ragione è un sistema di oppressione
La Ragione usata da chi è al Potere è un sistema di oppressione: essa si scaglia contro coloro che “non sentono ragioni”; ovvero, essa viene usata per “far tornare alla ragione” coloro che avevano scelto, più o meno consapevolmente, di mettere davanti a tutto la propria Libertà, le proprie Verità, anche a scapito delle Verità comunemente accettate e “vidimate” dal sistema di Potere.
Chi è al Potere mente
Chi è al Potere mente. Sempre.
Mente quando afferma di privilegiare i diritti di tutti, ma, in realtà, li soffoca.
Mente quando afferma di agire nell’ambito della legalità e di aborrire la violenza ma, invece, all’atto pratico, usa i manganelli per zittire il dissenso.
Mente quando usa parole “altre” e socialmente più accettabili, con l’intento di nascondere all’opinione pubblica pratiche vergognose.
La Verità irrompe in Scena
La Verità finisce sempre per essere detta, sia a parole, sia con i linguaggi non verbali.
La Verità degli oppressi che non temono di dire che “il re è nudo” e, neppure, di urlare «Buffoni, buffoni» all’indirizzo di coloro che buffoni credono proprio di non essere.
Verità, nello spettacolo di Lupinelli, “svelata” doppiamente: ovvero sia espressa verbalmente, e sia veicolata dai “gesti”.
Uno spettacolo, dunque, che ha molto da dire a chi è aperto a recepirne i messaggi.
Accanto a Maurizio Lupinelli in scena nel ruolo di Sade - oltre alle persone diversamente abili che hanno partecipato al suo laboratorio - anche gli attori Marco Cavalcoli (l’assai convincente direttore del manicomio in cui si svolge l’azione scenica); Carlo Garavini e Miriam Russo (i “narratori”) e Laura Serena (la moglie del direttore).
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