Intervista ad Alessandro Quasimodo in occasione dell'uscita del volume fotografico/biografico Alessandro Quasimodo, Dalla poesia al teatro a cura di Vittorio Del Piano.
Hermann Hesse Sono tanti gli scrittori che, anche in passato, si sono fatti fotografare completamente nudi . Ciò potrebbe sorprendere, specie se si pensa che molti degli scrittori di cui si parla erano assai famosi quando decisero di mettersi in posa senza veli. Ovvero, le loro fotografie nature non erano mosse pubblicitarie atte a renderli celebri (magari con uno scandaletto montato ad arte), ma erano scatti a persone celebri che accettavano (o chiedevano) di essere immortalate nude. Gabriele D'Annunzio Non è, ovviamente, possibile indagare le motivazioni che portarono ognuno di tali scrittori a scegliere di posare nudo. Vale la pena, però, riflettere che, probabilmente, nessun altro artista come uno scrittore (e con il termine si intende indicare anche il poeta) è abituato a mostrare se stesso al proprio pubblico di lettori . Abituato, se grande scrittore, a mettere a nudo la propria anima . Abituato, se sincero, a dare corpo alle emozioni . Abituato
Snow Crash di Neal Stephenson , pubblicato nel 1992, non è solo il romanzo nel quale, per la prima volta, prendono vita sia il Metaverso , e sia gli avatar così come, oggi, li intendiamo; ma è un vero capolavoro. Con una prosa scintillante, farcita di ironia e sarcasmo (sapientemente tradotta in italiano da Paola Bertante), il romanzo narra le imprese eroiche di Hiro Protagonist (evidente trascrizione fonetica di “protagonist hero”), che - affiancato dalla quindicenne Y.T. - combatte contro una potentissima organizzazione che sta diffondendo - sia nella Realtà, e sia nel Metaverso - lo Snow Crash , una droga/virus/religione che le consente di prendere il controllo delle menti di coloro che ne vengono infettati . Il potere di dominare la mente dello Snow Crash ha origini antiche: risale ai tempi dei Sumeri e, per tale ragione, Hiro deve immergersi nella sterminata Biblioteca presente nel Metaverso, per recuperare le informazioni necessarie per capire come e perché lo Snow Crash agi
Federica Mazzocchi , “La locandiera” di Goldoni per Luchino Visconti , ETS. La sera del 2 ottobre 1952 al Teatro La Fenice di Venezia esordiva La locandiera di Carlo Goldoni per la regia di Luchino Visconti . Nel ruolo del titolo c’era Rina Morelli , in quello del Cavaliere di Ripafratta un giovanissimo Marcello Mastroianni , in quello del Marchese di Forlipopoli Paolo Stoppa , il Conte d’Albafiorita era un Gianrico Tedeschi fresco d’Accademia e Fabrizio era un giovanotto di nome Giorgio De Lullo . Uno spettacolo destinato a chiudere un’epoca e ad aprirne un’altra, quella nella quale Carlo Goldoni smise di essere considerato dai più come un autore di repertorio delle compagnie dialettali venete, per diventare universalmente un classico della scena nazionale. Uno spettacolo che fece piazza pulita della allora in voga "maniera ballettistica" di mettere in scena l’autore veneziano (fatta di mossette, prese di tabacco, inchini e riverenze, “brio”) e introdusse (non solo s
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