Si è aperta ieri a Bergamo la stagione lirica con la Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti su libretto di Gaetano Rossi . Va detto subito che l’opera non è un capolavoro e soffre dei molti salti logici e delle inverosimiglianze presenti nella trama che la allontanano dal gusto degli spettatori moderni. Per portare un esempio, l’incontro a Parigi tra Linda e suo padre non regge agli occhi di un contemporaneo che, inevitabilmente, finisce per chiedersi come mai un padre non riconosca sua figlia a soli tre mesi dall’ultima volta che l’ha vista. Ciò detto va aggiunto, a scanso d’equivoci, che l’edizione firmata dal Maestro Vito Clemente e interpretata benissimo da Majella Cullagh nel ruolo principale ha convinto il pubblico che – al calar del sipario (all’una del mattino) – si è prodigato (giustamente) in lunghi e calorosi applausi. Lo spettacolo firmato dal regista Roberto Recchia si affida alla figura retorica della sineddoche (nella quale la parte simboleggia ...
ph. Stefano Vaja Noi siamo un minestrone (Imagine) di e con Paola Berselli e Stefano Pasquini del Teatro delle Ariette è la “dimostrazione” del fatto che l’immaginazione collettiva è potente , almeno a teatro. Il testo dello spettacolo racconta una storia, ma, per l’obiettivo che si vuole raggiungere, potrebbe benissimo raccontarne anche un’altra del tutto differente: ciò che conta, infatti, è l’unione, la collaborazione, che si crea tra attori e spettatori nel corso della rappresentazione . Una collaborazione che è rito . Rito religioso e arcaico, come doveva essere alle origini il fare Teatro . I due attori, quindi, sono due officianti e gli spettatori, che, letteralmente, “fanno quadrato” attorno ad essi, sono al contempo destinatari del rito e di esso co-officianti: infatti, affinché il miracolo si manifesti, è necessaria la loro immaginazione. E i co-officianti lo sanno. Inconsciamente, ma lo sanno: da subito mettono a disposizione dei due sacerdoti il potere della loro imm...
Ieri sera al Teatro Donizetti di Bergamo è andata in scena la Figlia del reggimento di Gaetano Donizetti diretta dal Maestro Alessandro D’Agostini , per la regia, le scene e i costumi di Andrea Cigni . Si è trattato di uno spettacolo davvero bello, in certo qual modo, perfetto. La direzione orchestrale è stata trascinante e senza una sbavatura. La regia ha puntato a un’ironia lieve e gioconda che ha convinto gli spettatori bergamaschi, nonostante non fosse accondiscendente verso un tipo di comicità televisiva. Ha, infatti, creato un raffinato mix di realismo dei gesti quotidiani con effetti assolutamente stranianti. Per portare un esempio, nel secondo tempo dello spettacolo, la scena viene “invasa” da un enorme orsacchiotto di peluche che simboleggia la stanza dei bambini, ma anche – per contrasto – l’incombere su Maria di una situazione (quella della nuova vita nella casa della zia/madre) che non le è congeniale. Non è un caso, forse, che, nel...
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