Il ritorno
Il ritorno di Sergio Pierattini è, tutto sommato, un testo ben riuscito: due dei quattro personaggi non sono del tutto convincenti, ma, nel complesso, il testo regge.
I due personaggi un po' carenti sono il padre e la figlia, le cui motivazioni o non sono del tutto sviscerate (nel caso delle figlia) o paiono un po' labili (nel caso del padre).
Ma a fronte di tali personaggi, ve ne sono due davvero ben riusciti: la madre e il figlio.
Il conflitto che generano e vivono dà loro l'opportunità di spiegare le motivazioni del loro agire e delle loro reazioni agli avvenimenti (al contrario di quanto accade agli altri due personaggi penalizzati da una certa staticità).
Il lavoro di Pierattini è stato portato in scena da Veronica Cruciani che, oltre a firmare la regia dello spettacolo, ha anche assunto il ruolo della figlia.
La sua è stata una regia sobria, tutta attenta a illuminare le ragioni dei personaggi.
Ma, forse perché impegnata a dirigere gli altri attori, o forse a causa della fragilità insita nel suo personaggio (di cui si è detto), la sua interpretazione non è stata convincente.
Neppure Gigio Alberti è stato pienamente convincente e vale anche per lui il sospetto che a remargli contro sia stata la fragilità del suo personaggio.
Davvero lodevoli per incisività, invece, Milva Marigliano (una madre ansiosa e aggressiva) e Alex Cendron (un fratello pieno di rancore ma pronto ad aiutare colei che è stata la causa indiretta delle sue pene ma che resta pur sempre sua sorella).
Spettacolo da vedere e applaudire.
Neppure Gigio Alberti è stato pienamente convincente e vale anche per lui il sospetto che a remargli contro sia stata la fragilità del suo personaggio.
Davvero lodevoli per incisività, invece, Milva Marigliano (una madre ansiosa e aggressiva) e Alex Cendron (un fratello pieno di rancore ma pronto ad aiutare colei che è stata la causa indiretta delle sue pene ma che resta pur sempre sua sorella).
Spettacolo da vedere e applaudire.
Commenti
Posta un commento