Percorsi di giovani coreografi


Il Festival Danza Estate presenta al suo interno un appuntamento che può essere definito una rassegna nella rassegna. 
Si tratta di Percorsi misti che mostra al pubblico le performance di giovani coreografi. 

Quest’anno si sono esibiti il gruppo leMolecole con una poco comprensibile improvvisazione sul tema del viaggio; la brava Francesca Telli, che ha presentato un lavoro, Kg123, che ne mette in luce le capacità tecniche; l’altrettanto brava Rosita Mariani che con C14 ha ripercorso al contrario la catena evolutiva, danzando al ritmo di una musica vagamente ancestrale e mimando i movimenti di animali via via sempre meno evoluti, toccando il cuore del pubblico quando il suo corpo è diventato uno schermo sul quale sono state proiettate immagini di animali; la brava Marta Melucci che con Vissidarte, solo di incerta danza ha mostrato lo strazio di un’artista costretta, dalla vecchiaia, a restare lontana dalle scene e dall’emozione degli applausi. 

Due, però, le performance della rassegna sulle quali si vuole fissare l’attenzione in quanto in grado di emozionare profondamente: quella della bravissima (non solo per le qualità di danzatrice, ma anche per l’espressività da attrice del volto) Chiara Michelini che con Attendere prego ha raccontato i preparativi, le speranze, le ansie, le delusioni di una donna che si prepara ad una romantica serata con un uomo; e quella degli eccezionali Simone Magnani e Cristiano Fabbri (le Lische) che con il passo a due Lo spazio accessibile hanno danzato la lotta, la rappacificazione, la collaborazione contro il nemico comune e di nuovo la lotta di due uomini alle prese con la conquista dello spazio vitale.

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