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Visualizzazione dei post con l'etichetta Stefano Mecca

L'Altro possibile

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Il gatto nero nella stanza buia di Stefano Mecca edito da Scatole Parlanti è un romanzo che si legge tutto d’un fiato. Al centro della storia c’è Sebastian. O meglio: ci sono Sebastian e l’Altro. L’altro Sebastian . Entrambi vivono la loro vita separatamente, ma consapevoli dell’esistenza l’uno dell’altro. Attratti e respinti dalla vita che l’ altro conduce e che non è la loro. Sebastian immerso nella dimensione familiare e confortevole della famigliola borghese. L’Altro sempre più isolato e ribelle, libero di immergersi nella sregolatezza creativa e degradante al medesimo tempo. Entrambi vittime delle loro scelte. Ogni scelta, infatti, è una perdita: perdita del focolare domestico o perdita della vena creativa; perdita della dignità o perdita di quei punti fermi cui ci si era aggrappati pervicacemente… Sebastian e l’Altro scelgono guardando alla vita dell’altro come in uno specchio deformante: le scelte che prendono li allontanano l’uno dall’altro, anche se il loro legame sembra in...

Un narratore potente

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Se con Scacco in quattro mosse Stefano Mecca era riuscito a convincere anche i lettori più esigenti, ora, con Kiwi metallizzato , conferma di essere un narratore potente. Mecca, a tutti gli effetti, è uno di quegli scrittori in grado di prendere i lettori per mano e portarli dove vuole. E lo fa raccontando una storia coinvolgente fin da subito, al centro della quale ci si sono personaggi atipici. Beatrice, protagonista e voce narrante, infatti, è una ragazza di 23 anni con un corpo decisamente infelice.  Un corpo che non le piace e che le crea imbarazzo.  Un corpo che nessun ragazzo ha mai posseduto... I genitori di Beatrice, poi, non sono da meno nella loro atipicità: essi, infatti, vivono una relazione coniugale nella quale i ruoli di genere sono invertiti: suo padre passa la vita in cucina e sua madre è (lo si scrive volutamente al maschile) un ispettore di polizia. Personaggi, quindi, che potrebbero destare qualche perplessità se il narratore no...

Le conseguenze della Narrazione

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Scacco in quattro mosse di Stefano Mecca è un libro  in cui la Narrazione, l’atto del Narrare , ha delle conseguenze a volte assolutamente imprevedibili. Come nella prima delle quattro “mosse” (per usare una parola del titolo), in cui tutti i protagonisti della vicenda raccontano un efferato delitto e il loro narrare chiama altri delitti… O come nell'ultimo racconto, un vero j’accuse contro la narrazione della società veicolata tramite le TV commerciali, che si trasforma in un atto d’amore filiale toccante e struggente. I quattro racconti di Mecca sono il modo con cui l’Autore dà scacco al lettore narrando (e facendo narrare ai suoi personaggi) storie dal finale a sorpresa in cui non mancano continui colpi di scena che tengono viva l’attenzione e solleticano la curiosità del lettore. Storie in cui - con un occhio a Kafka e uno a Beckett - i protagonisti sono spesso scambiati per altre persone.  Confuse, cadono in confusione vivendo situazioni o ...

Lo Spettacolo secondo Mecca

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L'attore, regista e direttore artistico del Teatro Prova di Bergamo Stefano Mecca parla di Spettacolo e dei benefici effetti che esso può avere sulle vite quotidiane di ognuno.  Per Lessico personale Stefano Mecca ha, tra l'altro, anche parlato della parola Narrazione .  Lessico personale  è una video-rubrica di ParoleTV nella quale il significato "personale" di una parola viene narrato di volta in volta da persone diverse e con vissuti differenti.  Ciò fa sì che una stessa parola possa assumere, a volte, significati "personali" anche molto distanti tra loro.  

La Narrazione secondo Mecca

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ParoleTV ha una video-rubrica che si chiama Lessico personale nella quale il significato "personale" di una parola viene spiegato di volta in volta da persone diverse e con vissuti differenti. Il direttore artistico del Teatro Prova di Bergamo Stefano Mecca ha scelto di parlare della Narrazione e di come essa sia una necessità umana al pari del bere e del mangiare.

Il lavoro del Teatro | Intervista a Stefano Mecca

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Intervista a Stefano Mecca direttore artistico, regista, attore, autore e insegnante del Teatro Prova di Bergamo. Si è parlato di cosa significhi essere il direttore artistico di un teatro; dell'essere attori e del lavoro che svolge in scena un regista; di come si scrive un testo drammaturgico; di cosa insegnare in una scuola di teatro…

Ciò che non si può fare

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Ieri pomeriggio, in quella bomboniera che è il Teatro Sociale di Bergamo, ha debuttato la nuova produzione del Teatro Prova: Il Principe e il Povero , libero adattamento dell’omonimo romanzo di Mark Twain ad opera di Stefano Mecca e Marco Menghini. Lo spettacolo, adatto a un pubblico di bambini dai tre anni in su, è assai ben fatto, divertente, coinvolgente ed educativo, in quanto, a differenza di molte delle produzioni pensate per il pubblico dei più piccoli, oltre a mostrare il lato ricreativo dell’esistenza, fa vedere anche quello fastidioso della realtà che, a volte, può essere davvero dura.

La morte via social

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I like you die di Nicola Feninno è un testo assai interessante: l’Autore immagina un reality show trasmesso via Web nel quale i concorrenti si sfidano per raggiungere una fama immediata e postuma. Infatti, chi riceve il maggior numero di like, vince il gioco e, perciò, da regolamento, deve suicidarsi in diretta, in modo da poter entrare in quell'Olimpo speciale nel quale risiedono artisti famosi morti prima del tempo. Più il personaggio piace, dunque, più si avvicina per lui l’ora fatale. Un testo che, quindi, riflette, seppur con toni a volte assai lievi, sull'esasperato uso dei social network in funzione del raggiungimento della fama e della “quantificazione” della stessa: più like ricevi, più sei famoso, indipendentemente dalla ragione per la quale hai conquistato la visibilità. Il testo, si è detto, è spesso lieve e infarcito di battute e, seppure andrebbe “asciugato” con l’eliminazione di più di un personaggio secondario, esso, nel complesso, è b...

Io non ero come gli altri e non lo sapevo

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Mondo di silenzio di Sofia Licini per la regia di Stefano Mecca è uno spettacolo pieno di suoni e luci colorate adatto a un pubblico di bambini, ragazzi e adulti. La vicenda è ispirata alla storia veria di Ilaria Galbusera (sorda dalla nascita) e di suo fratello (udente) e al loro rapporto affiatato, fatto di dialoghi, giochi e tanto affetto reciproco. Lo spettatore è invitato a conoscere Ilaria e Roberto in un giorno particolare: quello nel quale i due fratelli stanno ultimando i preparativi di un trasloco che li porterà in una casa nuova. Ma Roberto, in realtà, per motivi di studio, non andrà con la sorella ad abitare nella nuova casa e non sa come affrontare il discorso… La storia è esemplare non solo perché mostra fin dove può l’amore dei familiari che riescono a dare a Ilaria una vita piena nonostante la sua disabilità, ma anche perché mostra come il dialogo tra due persone si possa interrompere se non c’è la volontà di ascoltarsi l’un l’altro, indipendentemente dal fa...

Dal mito alla cronaca

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È stata presentato ieri al Teatro San Giorgio di Bergamo l’ultima produzione del Teatro Prova: Iliade. Così io piango te .  Si tratta di un testo di Silvia Barbieri e Oreste Castagna che, partendo dal mito omerico, arriva, d’un balzo, ai giorni nostri per raccontare la Guerra.  Una Guerra con la lettera “G” maiuscola: una Guerra esaltata, glorificata, che rende il guerriero un Eroe. Una guerra che i Greci combattevano in campo aperto o sotto le mura di Ilio e che i guerrieri di oggi combattono in tanti modi diversi.  Sì, perché la guerra, oggi, si è fatta quotidiana, anzi, è il quotidiano.  La violenza, la guerra, si è insinuata in tutte le azioni umane e, al pari di una droga, ne è diventata il motore primo. Uno spettacolo coraggioso quello di Barbieri e Castagna che, senza alcuna retorica, affronta temi difficili e poco frequentati dal teatro contemporaneo italiano, rivolgendosi, innanzitutto, a una platea di giovani (e il Teatro San Giorgio, ieri, ne ...

Io sono la tua pazzia

In un gremito Teatro Prova di Bergamo ha esordito questa sera Io sono la tua pazzia di Stefano Mecca ; per la regia di Max Brembilla e Stefano Mecca ; con Max Brembilla , Andrea Rodegher e Alessandra Spinelli . Si tratta di un testo nel quale Luigi Pirandello diventa personaggio e incontra uno dei suoi personaggi più famosi (quello che lo fece diventare celebre): Mattia Pascal.  L'incontro si svolge alla presenza della moglie di Pirandello, quella Antonietta Portolano che, in seguito al tracollo finanziario della famiglia, divenne pazza al punto da dover essere rinchiusa in un manicomio. Nella sua pazzia Antonietta era convinta che il marito la tradisse con altre donne e perfino con la loro figlia Lietta.  Neppure l'allontanamento di Lietta dette ad Antonietta un po' di pace: al ritorno dei figli maschi dal fronte, la donna chiese di essere rinchiusa in manicomio e si rifiutò di incontrare di nuovo il marito. Mecca, nel suo lavoro, immagina, invece, che - dopo 17 ...

Dialogo sull’esistenza di Dio: i Karamazov

Non è certo la prima volta che un romanzo viene adattato per la scena.  E non è nemmeno la prima volta per i Fratelli Karamazov di Dostoevskij .  La messinscena del Teatro Prova di Bergamo, però, si caratterizza per essere “uno studio”, per quanto rifinito e lucidato.  Uno studio vuol dire – in gergo teatrale – che lo spettatore non si trova ancora di fronte a uno spettacolo finito, ma a uno spettacolo “in divenire”, suscettibile, cioè, di essere ancora perfezionato.  Va detto, però, che – in linea di massima – il Karamazov presentato sabato scorso al pubblico bergamasco da Max Brembilla , Patrizia Geneletti , Stefano Mecca e Andrea Rodegher è già uno studio in dirittura d’arrivo: non manca nulla (anzi, forse c’è fin troppo per essere uno studio!). I quattro attori sono davvero bravi e comunicano al pubblico una giusta tensione emotiva.  Vanno segnalati in particolar modo Andrea Rodegher nel ruolo di Smerdjakov (perché ha dato al personaggio una fis...

Finale di partita

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Nel giugno del 2003 Max Brembilla e Stefano Mecca presentarono al pubblico dell’Auditorium di Bergamo HammClov , loro versione di Finale di partita di Samuel Beckett .  A distanza di due anni, i due attori hanno messo in scena al Teatro Prova di Bergamo Finale di partita di Beckett con un sottotitolo: HammClov .  La distinzione non è di poco conto: se nel 2003 i due interpreti tenevano un sorta di distanza (anche solo di tipo reverenziale) dal testo di Beckett, oggi essi vi aderiscono pienamente, pur adattandolo drammaturgicamente alle loro esigenze: spariscono i personaggi di Negg e di Nell e restano in scena solo Hamm e Clov (che danno vita a una sorta di essere bifronte, l’HammClov del sottotitolo, appunto).  L’adattamento drammaturgico e la traduzione dalla versione inglese del testo è di Stefano Mecca e la regia di entrambi gli attori.  Il risultato è assai buono e presenta in scena una coppia di uomini alla resa dei conti, alla fine della loro par...