I corpi delle Serve


Le serve di Jean Genet - a parere di chi scrive - è uno dei capolavori del Teatro del Novecento.

Da ieri il testo è in scena al Teatro Out Off di Milano (anche produttore) con lo spettacolo firmato dal giovane e interessante regista Andrea Piazza (che cura anche la scena e i costumi).

A interpretare le due sorelle ci sono le giovani e brave Maria Canal (nel ruolo di Claire) e Giulia Amato (Solange). 

Monica Bonomi interpreta, con un’azzeccata vena ironica, Madame.


Lo spettacolo mette in rilievo i corpi, soprattutto quelli delle due serve-sorelle, al probabile fine di sottolineare come il corpo possa anche diventare una gabbia, una prigione dell’identità.

Ognuna delle protagoniste è prigioniera del proprio corpo-identitario: le serve non possono che essere serve (ossia, per il testo, uno specchio deformato di Madame) e Madame sarà sempre e comunque Madame.


I corpi-prigione sono esibiti sin da subito: a inizio di spettacolo, durante la “cerimonia” messa in atto dalle due sorelle, i loro corpi sono spogliati e vestiti; toccati; esposti nella loro nudità.

Terminata la “cerimonia”, le serve e Madame appaiono “intrappolate” in tre riquadri-recinto (che alludono al loro stesso corpo-identità): ognuna nella propria gabbia; ognuna divisa dal corpo delle altre; ognuna con accanto un manichino.

I loro corpi-identità non si toccano tra loro e i gesti che compiono, paradossalmente, vengono amplificati proprio dall’assenza del contatto.

A sostituire i loro corpi nelle scene-di-contatto ci sono i manichini-feticcio.


Tutto rimanda al fatto che non vi è una via d’uscita.

Anzi, che l’unica via d’uscita è un finale tragico.

E non è un caso, allora, che, subito dopo aver assunto il veleno, Claire esca dal proprio riquadro-recinto e ne muoia fuori: solo la morte l’ha liberata dal proprio corpo-identitario.

A Solange non resta che vegliare il manichino-feticcio della sorella.


Uno spettacolo molto interessante, interpretato assai bene e con una regia che ha saputo mettere in rilievo l’importanza attribuita da Genet al corpo: non si dimentichi che l’Autore avrebbe voluto che a vestire i panni delle due serve ci fossero due giovani attori.

I corpi di due maschi vestiti; spogliati; toccati; imprigionati in ruoli femminili.


Spettacolo di cui si consiglia la visione.


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