Hermann Hesse Sono tanti gli scrittori che, anche in passato, si sono fatti fotografare completamente nudi . Ciò potrebbe sorprendere, specie se si pensa che molti degli scrittori di cui si parla erano assai famosi quando decisero di mettersi in posa senza veli. Ovvero, le loro fotografie nature non erano mosse pubblicitarie atte a renderli celebri (magari con uno scandaletto montato ad arte), ma erano scatti a persone celebri che accettavano (o chiedevano) di essere immortalate nude. Gabriele D'Annunzio Non è, ovviamente, possibile indagare le motivazioni che portarono ognuno di tali scrittori a scegliere di posare nudo. Vale la pena, però, riflettere che, probabilmente, nessun altro artista come uno scrittore (e con il termine si intende indicare anche il poeta) è abituato a mostrare se stesso al proprio pubblico di lettori . Abituato, se grande scrittore, a mettere a nudo la propria anima . Abituato, se sincero, a dare corpo alle emozioni . Abituato
Alessandro Magno aveva l’abitudine di tenere il collo lievemente inclinato verso sinistra, come chi indugia riflettendo intorno a se stesso o a qualcosa. Così inizia il racconto-biografia che Pietro Citati dedica ad Alessandro Magno e che Adelphi ha ripubblicato recentemente (il testo era apparso nel 1974). Si tratta di un saggio breve (una sessantina di pagine) davvero bello e che vale la pena non lasciarsi sfuggire, anche perché al dato biografico vero e proprio, Citati unisce una sapienza narrativa e una sensibilità sue proprie. Ecco, allora, che Citati può guardare ad Alessandro sia dal punto di vista di uno dei tanti biografi del grande condottiero, sia da quello del narratore della vita avventurosa di un ragazzo che Se si fosse accontentato di leggere libri, ora […] sarebbe soltanto uno di quei bellissimi giovani morti anzi tempo, ai quali Kavafis dedicò le sue lievi lapidi d’aria.
Fino al 4 ottobre 2023 Palazzo Reale di Milano ospita la prima retrospettiva europea dedicata a Leandro Elrich , intitolata Leandro Erlich. Oltre la soglia . La splendida mostra, curata da Francesco Stocchi , presenta al pubblico le opere più note dell’artista argentino che si è imposto all’attenzione della critica e degli amanti dell’arte per le sue personalissime istallazioni che prevedono la presenza del visitatore per prendere vita e significato. Le istallazioni di Elrich giocano con le apparenze : mostrando spesso qualcosa che, a uno sguardo più attento, in realtà non c’è. Port of reflections del 2014 Ad esempio, a Milano è possibile ammirare Port of reflections del 2014. Si tratta di una vasca immersa nella penombra nella quale “galleggiano” tre barche di legno. Solo fermandosi a guardare con attenzione, il visitatore può rendersi conto che, in realtà, l’acqua nella quale le barche dovrebbero “galleggiare”... non c’è! Le barche, dunque, “galleggiano” nell’aria e i riflessi che
Commenti
Posta un commento