Svet


Ferocemente antimilitarista e cristiano Lev Tolstoj ha rappresentato in una pièce fortemente autobiografica le sue idee. 
Svet è il titolo di tale lavoro e in esso l'autore russo mette in scena cosa succede a volere seguire alla lettera un'idea, ovvero voler seguire letteralmente quanto scritto nel Vangelo.
Il protagonista della pièce, infatti, innamoratosi del dettato evangelico, decide di mettere in pratica gli insegnamenti del Cristo, non interpretandoli, né seguendo le interpretazioni che di quegli insegnamenti ha dato la Chiesa. 
Nato ricco, vuole spogliarsi dei suoi averi e aiutare gli altri, specie i contadini ridotti alla fame da un sistema sociale fortemente gerarchizzato e schiavista. 
Inutile dire che si troverà a dover lottare contro le Istituzioni e contro la propria famiglia: non si deve, né si può andare contro i Poteri costituiti, tale è la realtà.

A portare sulle scene tale lavoro di Tolstoj ci ha pensato il regista Marco Sciaccaluga con un gruppo di giovani e bravi attori del Teatro Stabile di Genova capitanati dal bravo e convincente Vittorio Franceschi.

Il testo è un po' lungo e a tratti può sembrare particolarmente verboso, ma la messinscena è gradevole e gli attori sono bravi e tutti in parte.
Se ne consiglia la visione.

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