Il feroce play di Albee-Lavia


Il sipario chiuso è una alta rete di recinzione. 
La ribalta è una scogliera sulla quale sono posizionati a destra un letto matrimoniale e a sinistra un mucchio di giocattoli per bambini: quella che si vedrà è la storia di una famiglia letteralmente sul baratro, imprigionata nei propri deliri.
Il sipario/recinzione si alza e il fondale proietta luminarie da quartiere dei divertimenti di una qualsiasi metropoli americana. 
Entrano in scena Martha e George e sono abbigliati come potrebbero esserlo due danzatori di altri tempi: lui in frac e lei con un abito da sera svolazzante: si tratta di due attori di teatro cui si affiancano altri due attori vestiti in maniera identica (i giovani coniugi Nick e Honey).
Le luminarie si spengono e i quattro restano chiusi in un recinto-discarica che rappresenta la casa dei vecchi coniugi Martha e George. 
È in questo spazio a metà strada tra il ring e il palcoscenico che si svolge la recita-gioco al massacro che coinvolge indistintamente i quattro personaggi. 
Personaggi che, di volta in volta, sono il riflesso l’uno dell’altro: se all’inizio le due coppie sono vestite in modo identico, durante lo spettacolo Martha indosserà un vestito di lamé rosso, ma anche una camicia e un paio di pantaloni con tanto di bretelle in tutto uguali a quelli del marito George, il quale via via che il dramma entra nel vivo, indosserà le parrucche smesse da Martha e alcune sue vestaglie da camera. 
George e Martha si assomigliano e Nick e Honey stanno diventando quello che George e Martha già sono: due coniugi che si odiano, ma che non possono fare a meno l’un dell’altro in quanto sono le due facce della stessa medaglia.

George, Martha, Nick e Honey dovrebbero essere impegnati in una tranquilla conversazione salottiera tra professori universitari e le loro consorti e, invece, danno vita a un feroce play (in inglese indistintamente recita e gioco) dal quale nessuno esce vincitore. 

Il play in questione è il Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee per la bella e originale regia di Gabriele Lavia, stupendamente interpretato da Mariangela Melato (una Martha dura e fragile contemporaneamente; dominatrice e perversamente materna) e dallo stesso Gabriele Lavia (un George che cerca il riscatto e la vittoria sulla moglie, ma ne è soggiogato anche quando riesce a massacrarla), affiancati dagli assai bravi Emiliano Iovine e Agnese Nano
La bella ed espressiva scena è di Carmelo Giammello, i costumi di Andrea Viotti e le musiche di Andrea Nicolini.

Al calar del sipario lunghi e giustamente calorosi applausi per tutti.

Visto al Teatro Strehler di Milano il 14 maggio 2005.

Commenti

Post più visti del mese

Il corpo nudo dello scrittore

Accabadora | L'ultima madre

Il pene di Gesù